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Societarizzazioni, panacea per le aziende del 3° millennio

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Nel vocabolario italiano “Zingarelli” la parola neanche esiste…o almeno per ora. Evidentemente la velocità con la quale i grandi manager dell’economia mondiale sfornano novità assolute è maggiore di quella con la quale gli studiosi della lingua italiana riescono a catalogare i neologismi.

Negli ultimi dieci anni le menti della finanza dal loro cappello a cilindro hanno fatto uscire di tutto….l’ultima nata è appunto la “societarizzazione” (sorella gemella della “terzializzazione” e della “esternalizzazione”).

Ad un primo impatto sembrerebbe una tecnica per pulire e disinfestare le aziende da qualcosa di fastidioso che le opprime e le inquina… un po’ come la “derattizzazione”;  ma loro, le “grandi menti” giurano che non è così !  (i lavoratori infatti cominciavano a preoccuparsi ritenendosi, agli occhi dell’azienda, equiparati a pantegane o blatte schifose….no..non è così !).

 

Si tratterebbe invece di sofisticate alchimie economico-amministrative con le quali si riuscirebbe a far quadrare il bilancio di un’azienda principale con la sottrazione dei bilanci di tante piccole aziende secondarie ad essa collegate….quindi, pensandoci bene,… sarebbe come ottenere la quadratura del cerchio con l’eliminazione delle aree di tante  minuscole palle … no..no ! forse sarebbe come riuscire a trovare un bilancio totale con la somma di tanti sbilanci…neanche !

Insomma …. avete capito qualcosa ? …. Io no !  In ogni caso si andrà avanti con questa tecnica  “del puzzle”, sempre sperando che i nostri dirigenti riescano ancora a far camminare un corpo che, come Frankenstein, sarà composto dai pezzi di tanti altri piccoli organismi, e che questi ultimi non siano in effetti, come nel caso del personaggio della letteratura horror, solamente pezzi di tanti cadaveri.

In ogni caso, tornando al pensiero sulla quadratura del cerchio, da buoni siciliani osiamo chiederci: “Cu nasci tunnu un mori quatratu“ (Ma chi nasce tondo … potrà mai morire quadrato ?)
Ai posteri l’ardua sentenza.

Autore dell'articolo: Sergio Figuccia

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