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Il vizio inglese

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Nel 5° girone dell’Inferno dei bancari si trovano gli “ANGLIZZATI”.  Sono le anime che cercano disperatamente di far parlare in inglese tutti i colleghi che gravitano nella loro orbita. Hanno studiato su testi imbottiti di terminologia britannica e hanno subito dai docenti un vero e proprio lavaggio del cervello con  shampoo  anti-italico.

Per questo, consciamente o inconsciamente non si sa,  intercalano ogni tre parole in idioma locale una parolina “d’oltre-Manica” , forse anche per non apparire loro stessi  “mezze-maniche”  come ritengono siano tutti gli altri lavoratori “interamente-italiani”.

Non sono quindi  peccatori della peggiore specie, perché il loro ibrido idioma non è frutto di una libera scelta, ma bensì il prodotto di un condizionamento;  l’effetto sul loro sensibile cervello dell’influsso malefico dei libri di testo sui quali hanno studiato, nonchè della moda accademica  degli ultimi anni che “impone” a chi vuol essere un “rampante” questa stupida, quanto inutile, ostentazione di cultura linguistica.

 

Assistere ad un discorso degli “anglizzati” è un vero e proprio festival dello “slang” inglese (come vedete anche chi vi scrive può adoperare facilmente le magiche parolette straniere).

I poveri peccatori di questo girone dell’Inferno non riescono a camminare “passo dopo passo” senza fare uno “step by step” , a telefonare ad un centralino telefonico senza rivolgersi ad un “call center”,  ad incontrarsi con altri colleghi senza fare un “meeting” ; per loro assistere un cliente è solo un “costumer care”  (anche se per molti colleghi che hanno letto quest’ultimo termine si tratta esclusivamente di un effetto dovuto alla richiesta eccessiva di abbigliamento “firmato” che ha fatto diventare “cari anche i costumi”).

La lingua degli “anglizzati” è diventata ormai un vero ricettacolo per termini britannici, forse neanche più adoperati nella madre patria che li ha generati; quindi segnalano come “coffe-break”  la loro pausa-caffè, si dichiarano ufficialmente “project  manager “ quando sono a capo di un programma, o presentano un “business-planning” invece di un più italico (e pertanto  meno snob)  “piano di lavoro”.

La punizione per loro è quella di doversi esprimere obbligatoriamente solo in una lingua antica e pressoché sconosciuta: l’ assiro-babilonese  o, a scelta,  il turco-ottomano. Potranno quindi rivolgersi ai loro diavoli-custodi infernali, per un qualsiasi bisogno, solo in questi idiomi; per esempio per chiedere il permesso di andare al cesso dovranno dire:

 

 

…e saranno quindi mandati a cacare con un semplice:

Autore dell'articolo: Sergio Figuccia

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