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C’è un cannibale che si aggira per Palermo

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Cammina rasentando i muri, guardando dentro le case della gente alla ricerca del punto più adatto nel quale poter meglio affondare le sue zanne assetate di sangue.
E dire che era nato “normale”, col passar del tempo però è mutato lentamente, quasi senza dare nell’occhio si è trasformato in un monstrum horribilis et detestabilis che ormai colpisce a piacimento chiunque in città.


Predilige gli ampi spazi nei quali riesce a scorgere le migliori vittime, ma non disdegna certo di insinuarsi anche nei più piccoli anfratti, succhiando anche lì a più non posso la linfa vitale che gli occorre.
Ha un padrone vampiro ed un custode senza testa. Quando il padrone ha bisogno di sangue ordina al guardiano di scatenare il malefico carnefice per le strade di Palermo, e lui, il cannibale, inizia a fagocitare tutto ciò che può entrare nelle sue immense fauci

 

E dire che era nato come un normale tributo, una normale e giusta tassa da pagare per il ritiro dei rifiuti casalinghi.
Poi l’abolizione parziale dell’ICI, le spese pazze, le consulenze eccessive e quant’altro possa essere stata causa del dissesto economico comunale, hanno fatto aguzzare l’ingegno (chiamiamolo pure così) ai “pensatori” comunali che hanno trasformato il dottor Jekyll in Mister Hyde. Così la sacrosanta Tarsu (Tassa sui rifiuti solidi urbani) a colpi di norme, varianti, aumenti, modifiche, eccezioni ed adattamenti ad hoc, è diventata una sorta di arma puntata sulla cittadinanza per rastrellare denaro, senza alcun criterio eticamente riconducibile all’originario spirito del tributo, i cui colpi vengono sparati dalla Serit, puro esecutore materiale che non ha alcuna possibilità di intervento in merito alle valutazioni del mandante (un killer senza testa, appunto).

Due esempi su tutti:

Regola: Chi abita in una casa grande, anche se da solo, deve pagare di più.
Dubbio: Ma perché? Considerando che produce meno rifiuti rispetto ad una famiglia di tre o quattro persone.
Alibi:   La regola dice che la tassa si paga in funzione della superficie catastale.
Movente: Si può azzannare meglio chi si ritiene possa avere maggiori disponibilità economiche.

Regola: Gli Studi professionali, gli alberghi, le pensioni ecc. devono pagare ancora di più (sono cifre altissime).
Dubbio: Gli studi producono solo polvere (spesso si tratta di commercialisti, avvocati e simili che devono archiviare tutti gli incartamenti del loro lavoro e non gettano praticamente nulla); gli alberghi e le pensioni, se non hanno servizi di ristoro, generano rifiuti solidi piuttosto contenuti proprio per la limitata permanenza di ciascun cliente.
Alibi:   La regola dice che la tassa si paga in funzione della superficie catastale e della tipologia del cliente (regola mutante a convenienza).
Movente: Si può azzannare meglio chi si ritiene possa avere maggiori disponibilità economiche.

Da quanto esposto si può dedurre facilmente che il Comune di Palermo ha da tempo volutamente ignorato che la TARSU è solo una tassa sul ritiro dei rifiuti, a prescindere dalle disponibilità economiche dei relativi contribuenti. Quindi l’idea di “azzannare di più chi si ritiene possa avere maggiori disponibilità economiche” sembra approssimarsi troppo pericolosamente all’istituzionalizzazione dell’odiato concetto di “pizzo”.

Autore dell'articolo: Sergio Figuccia

2 commenti su “C’è un cannibale che si aggira per Palermo

    Vincenzo Lo Coco

    (15/02/2010 - 20:39)

    Guarda se le tasse funzionassero PAGO = SERVIZIO allora vabbè e chi se ne frega … ma neanche quello è un magna magna … se abito da solo in un appartamento di 200 mq pago di più di una famiglia di 5 persone che vive in una casa di 80 mq … producendo un quinto della loro monnezza !

    Rik

    (12/04/2010 - 13:40)

    Si paga in base alla superficie…talvolta; in base all’attività svolta….qualche altra volta; in base alla quantità di persone ospitate nel locale … altre volte. Insomma REGOLE CERTE E PRECISE per una tassa sul ritiro dei rifiuti che è tutto fuorché una tassa sul ritiro dei rifiuti.

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