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Ci sentiamo morire ogni giorno di più

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Giorno dopo giorno ci sentiamo morire quando vediamo “figli” straziati sull’asfalto, in mezzo a campi brulli, dentro oscuri boschi selvaggi, o nei lontanissimi e polverosi deserti di paesi a noi del tutto estranei.
Ci sentiamo morire perché sono figli, non importa di chi, ma sono sempre figli.
E noi soffriamo, bestemmiamo, urliamo in silenzio la nostra rabbia per non poter far nulla, per non essere capaci, come vorremmo, di ribaltare quelle morti sugli immondi esseri che le hanno causate, su quegli orrendi orchi che colpiscono vigliaccamente nel buio, su quelle dannate infami creature generatrici di guerre e di lutti.
 
Ci sentiamo morire ogni giorno di più quando assistiamo all’apologia del dolore seminata al vento da certa stampa ruffiana e cinica, che uccide per la seconda volta vittime e familiari riunendoli in un unico abbraccio di sciacallaggio mediatico.
 
Ci sentiamo morire insieme a questi poveri ragazzi che sono “figli” anche di quella maledetta globalizzazione che noi non vogliamo…che non abbiamo mai voluto, ma che ci sta lentamente entrando nelle vene, senza però passare dal cuore, perché non l’ameremo mai, anche se è riuscita a far innamorare proprio i nostri figli.
 
Ci sentiamo morire quando non riusciamo a sovvertire l’oscuro disegno di quella forza soprannaturale, che non riusciamo a identificare e che da sempre chiamiamo “destino”, di quella sorte avversa che sembra sempre tramare alle spalle di ognuno di noi, ma che poi, e troppo spesso, finisce per colpire proprio i figli e non i padri, come vorrebbe la più saggia delle leggi della natura.
 
Ci sentiamo morire ogni giorno di più, in una società infame e cannibale che non riconosciamo, ma della quale purtroppo siamo anche parte integrante.
 
Ci sentiamo morire ma speriamo ancora, nutriamo la speranza soprattutto in quel nostro sogno segreto…quello che non abbiamo mai confessato a nessuno e che ci permetterà un giorno, il più lontano possibile, di chiudere gli occhi almeno con serenità, senza violenza e dolore…quasi con un sorriso sulle labbra.
 
(dedicato a Massimo Ranzani, Sara Scazzi, Yara Gambirasio, Meredith Kercher, Daniel Busetti, Elisa Benedetti, Eddy Manuel Barone Castillo….) 

Autore dell'articolo: Sergio Figuccia

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