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Libia: la rabbia oltre la vittoria

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La Storia non basta a far comprendere all’uomo che c’è un limite a tutto, che esiste un confine oltre il quale non si può assolutamente andare.

Le morti atroci di personaggi come Mussolini, Ceaușescu, Saddam Hussein, Bin Laden, per fare solo esempi recenti, ma sono migliaia i casi storici di brutali assassini di uomini e donne di potere, non bastano ancora a tenere a freno le esaltate performance di individui scriteriati che hanno fatto del dominio sul prossimo il principale obiettivo della loro vita.

Non basta comandare per decine di anni, non basta accumulare ricchezze personali che potrebbero sanare contemporaneamente i bilanci di una mezza dozzina di nazioni, non basta aver “sistemato” il futuro della propria discendenza fino alla settima generazione, non basta aver compiuto omicidi di massa e stragi immani per raggiungere questi obiettivi, occorre stare ancora abbrancati a quel dannato trono fino alla morte.

Ma la morte, in questi casi, non giunge mai silenziosa ed indolore… fa proprio male, e fa perdere tutti i benefici accumulati in una vita di dispotiche sopraffazioni e spietato predominio sul popolo.

Gheddafi non ha certo mostrato intelligenza e raziocinio nel tentare fino all’ultimo di recuperare ciò che ormai aveva perso da molto tempo, per poi finire nascosto in un buco; nel continuare imperterrito a emanare stupidi ed insulsi proclami, per poi morire “sbranato” dalla folla inferocita (tutto come Saddam Hussein, processo escluso).

Avrebbe avuto centinaia di occasioni per fuggire, per salvare il salvabile….e invece no!

Si è attaccato al suo stupido orgoglio di dittatore esaltato e privo di coscienza ed ha sacrificato, oltre la sua, anche la vita dei suoi figli che lo hanno voluto seguire in questo assurdo fanatismo.

Né può essere considerato eroico ed espiativo il suo atto di autolesionistico e stolto martirio; l’essere stato trascinato, ferito e trucidato a bruciapelo non lo ha di certo riscattato da tutte le schifezze che ha compiuto in vita.

Non provo gioia per questo evento; pur detestando i dittatori e i personaggi storici, come Gheddafi, che hanno mascherato con l’orgoglio nazionalistico le loro brame di potere e di denaro, avverto invece una forte rabbia dentro di me.

La violenza sulla sacralità di ogni vita umana mi scuote fino al midollo ed il vedere assurgere ad “eroe” il ragazzo di appena vent’anni che, come sembrerebbe, lo ha barbaramente ucciso, mi disturba profondamente.

Come indirizzerà il suo futuro Mohammed al-Bibi sapendo che l’aver sparato ad un uomo, per quanto possa essersela cercata come in questo caso, gli frutterà la taglia di 20 milioni di dollari?

Chissà?!….forse Gheddafi cominciò proprio così.

Autore dell'articolo: Sergio Figuccia

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