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La crisi sta cancellando anche i suoi autori “europei”

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Era solo questione di tempo, la gente non è stupida come hanno sempre ritenuto i politici.

Forse fuori dall’Europa la percentuale di “plagiabilità” dell’opinione pubblica è più alta, manipolare la mentalità di intere popolazioni poco “colte”, e comunque indottrinate solo dal potere costituito, è cosa piuttosto semplice.  Sono nati così i regimi dittatoriali sud-americani, quelli africani e quelli dell’est. Ma in Europa è diverso.

Nonostante gli sforzi dialettici, le capriole concettuali e le contorsioni argomentative, che sanno tanto di irrazionali sofismi giustificativi di vergognose politiche pseudo-comunitarie, i leader delle principali nazioni europee stanno disperdendo i personali consensi accumulati nel recente passato.

Il primo a “saltare” è stato Sarkozy, perchè i francesi sono stati i primi in ordine di tempo a valutare  la strana politica nazionalistica del loro premier, totalmente anacronistica nel contesto di un già debole europeismo che dovrebbe essere aiutato a crescere invece di essere torturato da stolte idee sciovinistiche.

Stessa cosa è accaduta alla Merkel, la cui prossima caduta sembra essere ormai avviata dopo la terribile batosta patita ieri in Westfalia.  La cancelliera, fuochista della “locomotiva europea”, non si era accorta che l’euro-treno a vapore (cioè condotto ad “austerity e rigore“), dopo essersi fermato, aveva iniziato ad andare sempre più velocemente in retromarcia.

La crisi in Grecia, quella in Italia, quelle prossime in Spagna e Portogallo sono state tutte causate ed amplificate proprio dalla scriteriata conduzione di Francia e Germania da parte dei leader uscenti, assecondati dall’ “equo-rigoristaMario Monti, che nonostante assista da mesi alla forte “resistenza” da parte della quasi totalità degli italiani alle sue “trovate” “Salva-italia”, continua caparbiamente nella sua politica “tecnica” a “lume di naso“.  Nessuna visuale prospettica delle possibili conseguenze della sua “procurata recessione“, nessuna analisi approfondita dei suoi superficiali provvedimenti, da lui sempre definiti ostinatamente “equi”, nonostante le enormi parzialità evidenziate.

 È sempre più probabile che alla “decadenza” di Sarkozy e della Merkel si aggiunga quanto prima anche quella di un Monti che probabilmente continua a ritenere che la  coriaceità sia un valore aggiunto e non un grave difetto di obiettività. 

Ricordiamo sempre al riguardo il vecchio detto di Cicerone, utilizzato però anche da Sant’Agostino, “errare humanum est, perseverare autem diabolicum”  (commettere errori è umano, ma perseverare [nell’errore] è diabolico).  Tuttavia per far apprezzare al nostro Premier l’intimo significato della locuzione occorrerebbe fargli accettare l’idea che i suoi provvedimenti siano sostanzialmente iniqui e controproducenti … ma da questo orecchio non ci sente, forse per l’età avanzata.

Infine una riflessione:

Visto che il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo ha avuto un notevole successo nelle ultime elezioni, perchè non pensare per le prossime “politiche” ad un nuovo “Movimento Anti-Europeista Italiano“, da denominare semplicemente MAI?  Il manifesto potrebbe essere: “MAI più Europa” , gli aderenti potrebbero essere chiamati “maisti” o “maistini” (e se napoletani avrebbero così anche caratteristica di aggressività) e il leader potrebbe essere Maroni, sia perchè il cognome stesso sembra mettersi in opposizione a Monti, sia perchè la Lega, unico partito in Italia, ha proposto il ripristino del “dazio” e la chiusura delle frontiere per riconquistare il mercato interno.

Pensateci gente….pensateci!!

Autore dell'articolo: Sergio Figuccia

2 commenti su “La crisi sta cancellando anche i suoi autori “europei”

    Francesco M Scorsone

    (17/05/2012 - 13:18)

    Mi dispiace ma non sono d’accordo con la parte finale del tuo scritto relativamente a Grillo e al MAI.
    Io sono un europeista convinto anche se sono siciliano fino al midollo. Il problema dell’Europa sono gli uomini che governano le diverse nazioni. Bisognerebbe che fossero sopratutto degli uomini onesti e non lo sono. Basta pensare ai loro compensi e a quanto ci costano in termini economici.
    L’impegno economico italiano nei diversi teatri di guerra è notevolissimo. Nessuno osa dire ciò che ci costa il nostro esercito. Le missioni di pace sono una cazzata fuori dal comune. Non si può andare in pace in un paese che non ci vuole. Le guerre, il pattugliamento dei mari e delle coste, la politica a tutti i livelli, i burocrati statali, l’esercito a pagamento, gli armamenti solo per fare qualche esempio sono costi che non ci possiamo permettere.
    E’ bene che si diano una regolata tutti quanti.
    Tutto questo non può essere posto a carico degli italiani e delle loro famiglie. Non si può ridurre la pensione a un pensionato e non sapere poi come fare per ridurre i compensi ai parlamentari. Questa è una politica economica indegna e vergognosa di uno stato che dovrebbe avere in primo luogo il benessere dei propri cittadini.
    Noi siamo cittadini di uno stato che non ci vuole bene e allora o ce ne andiamo altrove o diamo un calcio in culo a chi non ci vuole.

    Sergio Figuccia

    (17/05/2012 - 13:52)

    Mi rendo conto che non tutti la possiamo pensare nello stesso modo.
    Rispetto il pensiero degli europeisti convinti, ma resto dell’avviso che la mia idea di “anti-europeista convinto” sia condivisa dalla maggioranza dei cittadini italiani, specialmente in questo momento.
    Tutti i mali nascono da là, da quella “mostrosità” (l’EU) costruita per concedere potere aggiuntivo a chi non si accontentava più di quello già conquistato in patria.
    La crisi economica interna è stata poi amplificata proprio per l’impossibilità di contrastare un mercato libero che ha permesso l’invasione di prodotti europei, imposti con la forza dalle regole comunitarie, che contrasta e spesso impedisce la vendita e la distribuzione di prodotti italiani proprio in Italia (ricordo ad esempio le scandalose quote latte e le sanzioni economiche connesse).
    Siamo già vittime di un assalto dei prodotti cinesi al nostro mercato nazionale, facilitato dalle stolte scelte governative e da quell’altro “mostro” chiamato “globalizzazione”, ci mancavano solo le imposizioni della “comunità” europea col suo abbraccio “mortale” di chiara matrice tedesca.

    Sono invece d’accordo con te sulla necessità di un cambio generazionale nella politica.
    La seconda Repubblica si è rivelata un fallimento; corruzione, ladrocinio, truffa, appropriazione indebita, associazione a delinquere ….. non mancano di certo le accuse da addebitare al 70% della nostra attuale classe politica.

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