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Caso Silvestre. Perchè tutta questa ipocrisia?

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La vicenda Silvestre ha fatto immediatamente scoppiare il “caso”. Il difensore centrale dal volto mitologico ha manifestato l’idea di cambiare aria e allora “apriti cielo”!. Nello stesso tempo tante riflessioni e tante domande si sono infiltrate nella mia mente. 

Che lo Spartacus Panormitanus non sia stato proprio delicato con i propri tifosi è sotto gli occhi di tutti. Ma la domanda mi è sorta spontanea in un “nanosecondo” (che non è il fratello minore di Silvio Berlusconi): bisogna essere necessariamente ipocriti da non potere manifestare l’idea di volere cambiare squadra? Sono migliori le interviste ai calciatori che dicono di stare bene nella squadra in cui militano, che hanno ancora qualche anno di contratto e quindi non si vogliono muovere, quando lo sanno pure le “balate” che non è così, anzi, non vedono l’ora di andarsene?

Io, invece di farmi prendere per i fondelli da decine e decine di calciatori che dicono “tutti” le stesse frasi, imparate a memoria come Fratelli d’Italia, che sembrano più che altro un disco rotto o il nastro di una musicassetta che si incanta sempre nella stessa, stressante, falsa, stucchevole frase, preferisco la sfacciataggine di Silvestre che mi annuncia il suo addio.

Tanto, in barba a contratti pluriennali, che servono solo ai Presidenti per “bloccare il prezzo” del cartellino ed ai calciatori per far lievitare i loro già sproporzionati ingaggi (dei quali ne parliamo un’altra volta), arrivi e partenze si alternano comunque.

E non solo, ma quando un microfono si avvicina ad un calciatore al quale viene posta la fatidica domanda: “E’ vero che l’anno prossimo giocherai al o alla …?”, lui (tanto, credetemi, chiunque sia, non cambia veramente nulla), con aria preliminarmente insospettita e dopo pochi secondi con la stessa aria ma questa volta rassicurante e col sorrisino di circostanza sulle labbra, risponde: “Io?, nooo, io sto bene al …, poi ho ancora due anni di contratto, il mio procuratore non ha ricevuto alcuna telefonata (fissarìa), la città è meravigliosa, i tifosi sono stupendi, i bambini vanno a scuola e si trovano benissimo (verooo??? mi sembrava che giocavi in Darfur o in Sudan), per cui non ho motivo alcuno di volere intraprendere qualsivoglia iniziativa atta (si, proprio atta, come a’ttìa) e propedeutica ad una eventuale ipotesi di trasferimento… (ti piacissi…).

A me dispiacerebbe molto se Matias l’anno prossimo lasciasse Palermo, in quanto a mio parere è uno dei pochi attuali pilastri su cui potere fondare la rinascita rosanero, ma in ogni caso apprezzo di più l’onestà di un calciatore per avere detto ciò che pensava in quel momento, avendo egoisticamente focalizzato le sue idee soltanto sulla carriera – in maniera comunque educata e senza ipocrisia – a differenza di tanti altri calciatori bugiardi e ipocriti che pur di avere qualche minuto in più di gloria sia essa televisiva piuttosto che radiofonica o cartacea, fanno del “ruffianesimo” il loro unico, inutile credo.

 

Autore dell'articolo: Carlo Ferlisi

1 commento su “Caso Silvestre. Perchè tutta questa ipocrisia?

    admin

    (19/05/2012 - 18:21)

    Quella delle interviste recitate a memoria è diventata ormai una vera e propria paranoia che infesta i programmi televisivi dedicati al calcio nostrano.
    Troppi servizi, troppi microfoni messi sotto i nasi di giocatori stracotti da due ore di prestazioni atletiche e non certo dotati di particolare dialettica.
    I risultati sono frasi stereotipate ripetute all’infinito che non significano nulla.
    La squadra perde? allora il giocatore risponde al cronista: “non siamo riusciti a trovare il bandolo della matassa e dobbiamo lavorare su questo”
    La squadra vince? allora il giocatore risponde: “sì, siamo soddisfatti per la nostra partita, tutta la squadra ha contribuito alla nostra prestazione, ma andiamo avanti partita dopo partita senza porci un obiettivo preciso”
    La squadra pareggia? la frase diventa: “la stanchezza accumulata nelle partite precedenti si è fatta sentire e non siamo riusciti a superare gli avversari, comunque siamo sulla buona strada e contineremo a lavorare per migliorare”,
    Fa quindi scalpore un calciatore che risponde in modo esaustivo e sincero…dovremmo far parlare meno gli altri, magari non intervistandoli.

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