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Spending review: E’ morto Andreotti

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Rispetto per ogni vita umana,  senz’altro! Ma questo non vuol dire assolutamente che possano essere accettate dal popolo italiano sperequazioni tanto vergognose da essere considerate tabù dai media, e pertanto protette da un mantello di omertà mediatica filo-governativa e filo-castista (permetteteci un neologismo legato alla strapagata casta politica).

Ogni “senatore a vita” percepisce in un anno 144mila euro lordi di stipendio e 152mila euro di rimborsi. A ogni anno di vita, ciascuno di questi “esseri superiori” incamera dunque, solo per questo ruolo istituzionale la cui effettiva utilità in Parlamento è tutta da dimostrare, circa 300mila euro (ai quali poi si aggiungono altre centinaia di migliaia di euro per altre pensioni e altri vitalizi).  Nel contempo, sempre nella stessa nazione italiana, esistono centinaia di migliaia di persone costrette a vivere con una pensione statale di 500 euro mensili.

Pensate che nel periodo più caldo della crisi economica (2010-2011) i “senatori a vita” erano 6 (Andreotti, Ciampi, Scalfaro, Montalcini, Colombo, Pininfarina) per un totale annuo di esborsi di Stato (diciamo pure inutili) di circa 1,8 milioni di euro.

Un altro fattore da tenere in considerazione è quella specie di “vaccino” esclusivo contro la morte che sembra essere concesso automaticamente a questi individui; infatti ognuno di loro supera abbondantemente i 90 anni.  Sembra proprio che esista un favorevole destino comune per tutti coloro che vengono insigniti di questa onorificenza. Rita Levi-Montalcini aveva addirittura raggiunto i 103 anni di vita (ben oltre le normali aspettative di vita degli italiani, fissate statisticamente dall’ISTAT a 79 anni per gli uomini e 84 per le donne).

Per carità! Auguriamo a tutta la gente, qualunque essa sia, di vivere il più a lungo possibile perché la vita umana è sacra, ma non possiamo negare che, in tempi tanto difficili per la nostra economia nazionale, la “perdita” di un senatore a vita costituisca un  risparmio per le casse dello Stato tale da poter essere paragonato nel tempo agli effetti della celebre “spending review” varata dal signor Monti, che si è guardato bene dall’intervenire nel settore “senatori a vita”, perché ne beneficia personalmente.

Pensate dunque quale tocca sana potrebbe risultare, per i tagli alla spesa statale, l’abolizione delle inutili figure di “senatore a vita”, o quantomeno l’eliminazione di qualsiasi benefit economico per colui che potrebbe rivestire l’incarico solo ed esclusivamente per prestigio personale.

Tutto ciò riguarda le norme costituzionali (art.59 comma 1 e comma 2) che permettono la designazione di “senatore a vita” a tutti gli ex-Presidenti della Repubblica e al Capo dello Stato (il Presidente della Repubblica in carica) di nominare a suo insindacabile giudizio le personalità ritenute meritevoli di cotale investitura. Due norme che dovrebbero essere cancellate dalla Costituzione, proprio in questo momento in cui si parla tanto di modifiche al riguardo (n.d.a.: caro Benigni, la Costituzione Italiana sarà bellissima, ma i tempi ne impongono ormai una immediata rivisitazione, e proprio questo ne “costituisce” una importante motivazione).

L’ultima “trovata” in tal senso, è stato proprio il signor Monti, nominato da Napolitano.  E’ da rilevare che il “bocconiano”, oltre ai “meriti”(?) che hanno “motivato” l’assegnazione di questo ruolo (sempre per Napolitano), ha “appena” 70 anni … quindi almeno per altri 20/25 anni dovrebbe percepire quelle indennità descritte e quantificate in precedenza (300mila euro l’anno per il solo incarico di “senatore a vita” + tutto il resto).

Dopo la morte di Andreotti (94 anni) in questo momento i “senatori a vita” della Repubblica Italiana sono:

Emilio Colombo (93 anni)

Carlo Azelio Ciampi (93 anni)

Mario Monti (70 anni) … il più giovincello del terzetto!

Sono rimasti in tre…”, come dicevano Franchi e Ingrassia nello spettacolo teatrale “Rinaldo in capo”, ma il Monti sembrerebbe opzionato per restare a breve “l’unico superstite” … e chissà per quanti anni, e dopo tutto il danno fatto durante il suo governo “tecnico” nel 2012!

Autore dell'articolo: Sergio Figuccia

3 commenti su “Spending review: E’ morto Andreotti

    Santokenonsuda

    (07/05/2013 - 17:21)

    Bravissimo! Geniale per i contenuti e per certi messaggi subliminali. Ne svelo uno che credo di aver compreso: quell’esempio della canzone di “Rinaldo in campo”, buttato lì come fosse cosa da poco, riguardante i tre senatori a vita rimasti in Parlamento, credo contenga una precisa citazione volutamente nascosta.
    Forse non tutti sanno che le parole successive del refrain della canzone cantata da Franco Franchi e Ciccio Ingrassia diceva testualmente: SIAMO RIMASTI IN TRE, TRE BRIGANTI E TRE SOMARI …

    Rino P.

    (07/05/2013 - 18:00)

    Sul Monti che “sembrerebbe opzionato per restare a breve “l’unico superstite” … e chissà per quanti anni” … non ci metterei la firma.
    Le vie del Signore sono infatti infinite ed imperscrutabili i sui progetti. :-))

    Antonella A.

    (09/05/2013 - 18:23)

    Approvo e condivido

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