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Strisce e pubbliche denunce, istruzioni per l’uso

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Sulla nostra pagina di Facebook abbiamo ricevuto, negli ultimi mesi, tre commenti di uguale tenore inviati da altrettanti utenti del social network.

Certamente su migliaia di letture per ogni singolo articolo (per esempio: il nostro servizio sulle violazioni della privacy “Nuovo femminicidio: hanno ucciso la privacy” è stato visto da oltre 11.000 utenti su Facebook) un numero tanto modesto di commenti bizzarri non rappresenta assolutamente un fenomeno rilevante, anzi tutt’altro, potrebbe segnalare la solita “voce fuori dal coro” che finisce col confermare, con la sua esiguità, il dominio di una reale pubblica opinione ad essa totalmente contraria.

Tutti i nostri lettori hanno le idee chiare sulla funzione esercitata da “Striscia la Protesta” nella propria sfera d’azione; tuttavia i citati tre utenti web hanno manifestato il loro scetticismo in merito allo scambio di idee su un qualsiasi argomento che non sia poi direttamente collegato a un’azione forte contro le entità, sia esse pubbliche che private, che risultano la causa principale delle problematiche prese in considerazione.

In poche parole i tre utenti sostengono: inutile parlare a vanvera di un problema, meglio andare direttamente a scagliare pietre contro la “stanza dei bottoni” che lo ha generato; azioni fisiche o legali dirette quindi, senza passare prima da quel necessario “documentarsi” che costituisce la fase propedeutica di qualsiasi atto di ribellione.

Secondo questo teorema programmi TV come “Le Iene”, “Report”, “Striscia la Notizia”, “Mi manda Rai Tre”, “L’Arena” ecc. ecc. sarebbero totalmente inutili.

Queste stesse trasmissioni televisive  che, rispetto a noi di “Striscia la Protesta” vanno molto più a fondo nelle problematiche presentate ai telespettatori perché hanno rilevanti coperture economiche che permettono la realizzazione di servizi di approfondimento, non si occupano di azioni volte alla risoluzione delle questioni esposte (raccolta firme, denunce legali, segnalazioni alla magistratura, manifestazioni di piazza ecc. ecc.), si limitano a denunciare, segnalare, avvertire la popolazione di quanto fa oggetto di un determinato servizio giornalistico specifico.

Chi ritiene “superfluo” questo genere di intervento parte dal punto di vista che dà per scontato che l’informazione nazionale, diffusa dai media e dalla stampa, sia corretta, onesta e puntuale, che non sia mai edulcorata a scopi propagandistici di partito, che risulti completa ed esaustiva, senza alcun occultamento di verità pericolose per il potere costituito.

Sappiamo tutti però che la triste realtà è ben diversa, quindi si rendono necessarie risoluzioni correttive e di pubblica diffusione di “verità alternativa”.

Proprio in questo contesto si inseriscono le suddette trasmissioni TV e numerosi blog informativi di denuncia sul web, fra i quali appunto la nostra “Striscia la Protesta”.

Lo scopo è quindi quello di  rendere edotti i nostri lettori (anche tramite le loro stesse indicazioni che provvediamo a commentare e diffondere) sulle truffe, le ingiustizie, le iniquità e le scelleratezze che subiamo quotidianamente sia dai privati cittadini che da uno “stato” divenuto ormai una sorta di organizzazione delinquenziale molto ben organizzata e purtroppo anche “legalizzata”.

Dopo questa spiegazione, pertanto, non riteniamo ragionevole dare ulteriore seguito a osservazioni del tipo: “ma tanto a che serve parlare di questo quando poi non si fa nulla”, oppure: “i vostri articoli sono fini a se stessi, occorre agire, non parlare”. Non contestiamo la necessità di dare seguito alle pubbliche denunce con forti azioni sul piano operativo e/o legale, ma siamo fermamente convinti (come tutti gli altri redattori del nostro specifico settore, anche in campo televisivo) che prima di “scagliare le pietre” occorre sapere perché e contro chi, “qualsiasi rivoluzione non può prescindere dalla conoscenza”, dalla piena consapevolezza di una verità che altrimenti resterebbe offuscata se non occulta.

Ecco, il nostro “mestiere” si ferma su questo confine, oltre DEVONO  SUBENTRARE  le associazioni dei consumatori o di categoria, i sindacati, la magistratura, le forze dell’ordine, i partiti politici (ovviamente di opposizione), i privati cittadini che si ritengono vessati ecc. ecc.

Autore dell'articolo: admin

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