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I balzelli medievali e la disobbedienza fiscale

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Ancora una protesta inviata dai nostri lettori.  Stavolta arriva da Biella, fino a poco tempo fa una delle Provincie più ricche d’Italia, oggi, come tante altre, vittima  sacrificale di uno stato capace solo di prelevare denaro dalle tasche dei contribuenti senza alcun raziocinio, senza alcuna etica, senza alcun progetto di effettiva crescita, utilizzando la micidiale arma delle “tasse” che ormai sono paragonabili solo ai balzelli medievali. 

Ecco il testo che riportiamo senza alcun commento (parla da solo):

“Basta pagare!!!  Questo il grido di rabbia che più volte si sente in giro, nelle radio, in tv….in famiglia.  Questa volta però qualcuno reagisce concretamente e unendo le forze cerca di far sentire la sua voce.

Da Masserano (BI) parte l’allarme…non ce la facciamo più… non pagheremo più. Il titolare di un esercizio commerciale del paese, insieme con altri negozi, bar, artigiani, piccoli imprenditori  della zona e dei paesi limitrofi si sono uniti nella protesta fiscale. “Ci dispiace per il nostro comune e per i comuni tutti ma non è più possibile continuare così….cerchiamo l’appoggio del nostro sindaco e di altri sindaci affinché supportino il nostro grido di allarme e ci sostengano nella protesa….rivolta ad uno stato che non c’è, che non aiuta ma soffoca, che taglia servizi ma aumenta le tasse. Il primo passo è non pagare la nuova Tares con imminente scadenza…..regalo di Natale per tutti che porta alla stangata di fine anno …ma è un discorso a più ampio raggio…. È un sistema fiscale che non regge più….aumento iva, tassa di proprietà sotto forma di canone Rai, bollo auto, imu, studi di settore, anticipo fatturazione e anticipo versamenti Irpef…una giungla di pagamenti poco chiari e terribilmente ingiusti e pesanti”.

Come dargli torto se l’unica voce che si sente in giro è quella della disperazione…migliaia di famiglie sul lastrico, cassa integrati ovunque, ditte che chiudono continuamente perché non riescono a pagare tutto quello che lo Stato richiede.

Chi riesce ancora a lavorare lo fa solo per pagare tasse e debiti. Il gestore del bar continua dicendo “è impensabile per noi aumentare anche solo di pochi centesimi il caffè…..per rientrare dell’aumento dell’Iva, non possiamo alzare i prezzi….già è difficile lavorare in queste condizioni…figuriamoci aumentare i prezzi!! Questa volta siamo in tanti e non molleremo…dovranno ascoltarci.  Non intendo dire basta a una tassa nello specifico ma dire basta a questo sistema fiscale che vessa tutti noi. Una protesta a 360 gradi perché noi le tasse le paghiamo volentieri, quando eque, giuste e con un tornaconto in servizi.”

E’ inutile nasconderci dietro un dito…l’Italia è sostenuta dalle piccole aziende, dai piccoli esercizi, negozi, artigiani….se li fanno morire e chiudere si ferma tutto. Nelle piccole realtà sono loro a tenere in vita un tessuto sociale ormai disgregato, a dare lavoro anche solo ad un dipendente che può portare a casa la pagnotta per la famiglia, ad essere simbolo sociale ed economico locale.

Nessuna novità, la storia parla chiaro…la protesta fiscale risale fin dai tempi antichi… Il primo caso riconosciuto di resistenza fiscale avvenne nel I°secolo a.C., quando alcuni Zeloti residenti in Giudea si rifiutarono di pagare le tasse imposte dall’impero romano. I fomentatori di questa protesta fiscale furono torturati e uccisi, come testimoniato dalla stessa Bibbia e durante i secoli vi sono state moltissime proteste fiscali…che hanno portato a dei cambiamenti.

La protesta fiscale forse più famosa della storia è quella che causò lo scoppio della rivoluzione americana e la successiva nascita degli Stati Uniti d’America. I coloni si rifiutarono in ogni modo di pagare le tasse alla Gran Bretagna (vedi Boston Tea Party). Proprio durante queste proteste nacque il celeberrimo motto “No Taxiation Without Representation”. Per passare dalla rivoluzione francese, alla prima e seconda guerra mondiale, alla guerra in Vietnam ed ai giorni nostri. La resistenza fiscale o protesta fiscale è un gesto di ribellione consistente nel rifiuto di pagare le tasse allo Stato. Tale gesto è spesso dovuto a una forte opposizione a determinate politiche del governo, sia da un punto di vista civile che economico. ….. IN PIEMOINTE ABBIAMO IL CONSIGLIO REGIONALE COMPLETAMENTE INDAGATO PER PECULATO….LA PROVINCIA DI BIELLA E’ COMMISSARIATA….MA DOVE DOBBIAMO ARRIVARE PER ACCORGERCI CHE SIAMO NOI A DOVER INTERVENIRE?!! PER SALVARCI LA PELLE!!! NON FACCIAMO VIOLENZA…..SEMPLICEMENTE TOGLIAMO LA LINFA VITALE AL GOVERNO, cioè i nostri sudati soldi. Mi espongo in prima persona – continua  Fausto Venturini, titolare del bar “ La Posta” – per chi volesse contattarmi e unirsi al nostro gesto lo faccia, non abbia paura…siamo in tanti e continueremo a crescere…tel 347/7071929. Insieme possiamo farci sentire . Basta pagare!!!

Autore dell'articolo: admin

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