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E qui comando io… e quest’è casa mia!

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Fioccano le segnalazioni al nostro blog, quest’ultima è arrivata alla mia pagina facebook personale dall’amico Alessandro Bronzini, ma è stata inoltrata per un approfondimento su “Striscia la Protesta”. Riguarda la gestione degli spazi culturali ed espositivi istituzionali della Città di Palermo e delle polemiche nate dall’esclusione di molte associazioni culturali dal bando per i progetti legati alle attività per il prossimo Natale e il successivo Capodanno.

La segnalazione parte da un link a un articolo di “PalermoReport.it”  (cliccare qui per leggerlo) e ad un altro pubblicato da “LinkSicilia.it” (cliccare qui per leggerlo)

Nei due articoli si fa riferimento a certe scelte, operate dal Comune di Palermo, nell’ambito delle manifestazioni da organizzare per la cittadinanza in occasione delle prossime feste.

Come accade dappertutto, non solo a Palermo, sono in tantissimi a presentarsi e pochissimi a essere preferiti, quindi sembrerebbe trattarsi solo di un fisiologico problema numerico di mercato legato alla sovrabbondanza della proposta rispetto alla richiesta.

Ma ciò che disturba è il costante ripetersi nel tempo sempre delle stesse scelte; sorge così il fondatissimo dubbio che queste strane e ripetitive valutazioni possano essere infettate dal solito terribile batterio “solotuseimiococco”, tipico di certe “influenze” del potere politico.

È in sostanza la solita vecchia questione delle “parrocchie“: in ogni città coesistono tante “parrocchie” culturali, correnti diverse di pensiero che non interagiscono tra loro e non accettano i parrocchiani altrui. E figuriamoci se Palermo, penultima città nella classifica di vivibiltà, poteva essere esente da questa sorta di “dogma sociale“.

Leggendo, per esempio, i nomi del cosiddetto “Comitato Scientifico” della “parrocchia” ZAC-Zisa/Zona Arti Contemporanee, ci si può fare subito un’idea di coloro che hanno avuto assegnato, direttamente dalla “volontà divina“, il sacro crisma della competenza soprannaturale“; solo loro, infatti, sanno e possono “giudicare”  le qualità e i meriti di artisti, associazioni culturali, operatori del settore ecc. ecc. Solo loro, in mezzo a un milione di abitanti di Palermo e Provincia, hanno le competenze giuste per gestire al meglio le location istituzionali e valutare chi merita maggiormente di poterne usufruire con il conseguente cadeau dei finanziamenti pubblici.

Bando alle metafore possiamo dire che la correttezza dell’alternanza non fa parte del modo di pensare di chi riesce ad “acchiappare” il potere a Palermo. Orlando aveva iniziato il suo nuovo mandato chiedendo anche la collaborazione delle associazioni no-profit palermitane, ma dopo aver ricevuto quasi un migliaio di segnalazioni si è probabilmente confuso e ha bloccato tutto, riassegnando ai soliti nomi, della solita parrocchia, il compito di “dire messa“.

Un “peccato”, perchè Francesco Giambrone (l’Assessore alla Cultura del Comune di Palermo) si è sempre contraddistinto per elasticità mentale e grande competenza, e questo suo fossilizzarsi sempre sugli stessi personaggi, per quanto validi essi siano indubbiamente, non permette tuttavia di rendere merito a tante altre figure professionali, altrettanto meritevoli, costrette così a restare sempre nell’ombra.

Ciò vale ovviamente per tutti gli operatori culturali, siano essi critici, artisti, associazioni ecc.

L’ alternanza, sempre nell’ambito di un certo “range” qualitativo, dovrebbe essere garantita per “legge”, per evitare figli e figliastri, bilance pendenti solo da un lato, parrocchiani di un dio minore e così via scegliendo…. e che non ci vengano a dire che quelle preferenze sono sempre le stesse perché costituiscono la “crème de la crème”!   Un bravo chef , di creme ne sa creare sempre di nuove, e di buona materia prima a Palermo se ne può trovare veramente tanta.

Autore dell'articolo: Sergio Figuccia

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