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I Vigili Urbani:“Se vuoi entrare a casa devi pagare”

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E no, caro Leoluca Orlando, così non va!  Era partita da questo blog, il 4 dicembre 2013, una lettera aperta per il Sindaco di Palermo ( articolo: “Palermo quasi invivibile, cosa fare?” ) in merito alla supposta invivibilità del Capoluogo siciliano, venuta fuori da un sondaggio del “Sole 24 Ore”.  Ebbene, a distanza di poco più di un mese, e nonostante le nostre rimostranze e le nostre proposte per migliorare lo stato delle cose, a Palermo l’invivibilità continua ad aumentare. Abbiamo infatti ricevuto una segnalazione che sembra assumere i contorni dell’inverosimile.

Un nostro lettore ci ha informato che da qualche tempo girano per Palermo coppie di Vigili Urbani (che ora si “fregiano” anche della più affascinante nomenclatura di “Polizia Municipale”) per chiedere ai proprietari di immobili che si affacciano sulle strade cittadine l’autorizzazione all’accesso della propria abitazione che, secondo loro, è prevista dall’articolo 22 del Nuovo Codice della Strada approvato con D.L. 30/4/1992 n.285

Per essere più precisi i vigili chiedono inizialmente la copia dei regolari pagamenti della TOSAP (Tassa occupazione spazi ed aree pubbliche) nei casi di coesistenza di cancelli dotati di scarrozzo che interrompono il marciapiedi, e, in assenza degli stessi, vogliono visionare in alternativa proprio l’autorizzazione di cui sopra. Ovviamente la mancanza di questa “autorizzazione” fa scattare sanzioni economiche, che poi sono il vero obiettivo delle coppie di guardie municipali: raccogliere denaro in tutti i modi possibili che si prestino a interpretazioni (anche vaghe) di legalità.

L’operazione in effetti parte da lontano, dai quei primi tentativi, effettuati nei comuni di mezza Italia, di estorcere denaro ai cittadini pretendendo la TOSAP anche nei casi in cui gli accessi agli immobili non interrompono manufatti comunali (marciapiedi) e risultano realizzati “a raso”. Per questi casi, dopo le solite baruffe fra associazioni di consumatori, avvocati, istituzioni ecc., la Corte Costituzionale ha stabilito in via definitiva la illegalità di questa pretesa da parte dei comuni e la diatriba sembrava chiusa.

Tuttavia i sindaci sono ostinati, cocciuti e insistenti, sono sempre in crisi di liquidità e ritengono giusto continuare a spremere quei “limoni” dei cittadini, nonostante siano già arrivati all’ultima goccia di succo. Così dopo qualche anno di “studio”, magari pagato a peso d’oro alle solite consulenze esterne, hanno escogitato il modo di interpretare in modo “espansivo” una dimenticata normativa del 1992 che era stata emanata certamente con ben altre motivazioni.

L’articolo 22 del N.C.S. del D.L. 265 del 30/4/1992, che regolamenta infatti accessi e diramazioni, prevede autorizzazioni istituzionali per evitare abusi come aperture su rampe di intersezioni, manufatti privati che possano danneggiare il traffico, gravi alterazioni delle arterie comunali ecc., non di certo per vessare i cittadini che devono entrare a casa loro.

La segnalazione pervenutaci cita perfino autorizzazioni relative a strade private che intersecano strade pubbliche, quindi, secondo l’interpretazione di questi vigili municipali, i proprietari di ogni strada privata devono “consorziarsi” e richiedere periodicamente (e ovviamente a pagamento) una unica autorizzazione all’ingresso della loro proprietà comune, pena altro “pagamento” sanzionatorio alternativo… insomma “devi pagare perché devi pagare” … e come la mettiamo con tutti i portoni di ingresso di tutti i palazzi e i condomini cittadini?  Devono pagare pure loro, o questa “legge” vale solo per ville e villini sui quali vige la “supposta” (anche questa in senso letterale) ricchezza dei relativi proprietari?  

Quando abbiamo letto la segnalazione non potevamo credere che la “legalità” istituzionale possa essere arrivata a tanto; ci è sembrato di vedere all’opera i “Bravi” di Don Rodrigo (vedi illustrazione dei Promessi Sposi in testa all’articolo) o, peggio, trattandosi di Palermo, gli esattori del “pizzo” al soldo di qualche boss “locale” …. caro Leoluca Orlando, non è corretto né coerente lottare ufficialmente contro la mafia per poi compiere le stesse nefandezze utilizzando le leggi come vere e proprie armi puntate contro la cittadinanza.

Come disse un noto statista: “Non c’è peggiore ingiustizia che interpretare le leggi alla lettera

Ci rivolgiamo ovviamente a Orlando solo perché la segnalazione è giunta da Palermo, ma qualora il problema dovesse riguardare altri Comuni italiani, le stesse osservazioni valgono anche per tutti gli altri Sindaci interessati.

Per Palermo però c’è qualcosa in più da tenere in considerazione: quella faccenda legata alla “invivibilità” della città siciliana: Caro Orlando, così facendo la città diventa ancora meno vivibile, e le differenze fra mafia e antimafia, o legalità e illegalità, si fanno sempre più esigue.

D’altra parte non possiamo ritenere responsabili solo i Vigili Urbani, che compiono piuttosto il loro dovere in funzione di ordini ben precisi, da contestare sono proprio le origini di questi “ordini”.

Il “pesce” comincia a fare puzza dalla “testa”, non certo dalle “pinne”.

Autore dell'articolo: admin

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