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Cambiare tutto per non cambiare niente

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E’ proprio un film già visto!  Sono cambiati solo gli attori e la pellicola è stata ristrutturata, ma i contenuti sono sempre gli stessi.

La “conservazione” mascherata da “cambiamento” è stata l’etichetta attribuita a certa classe sociale protagonista del celebre romanzo “Il Gattopardo”, dello scrittore Giuseppe Tomasi di Lampedusa.

Il film omonimo di Luchino Visconti, tratto appunto dal libro, è stato recentemente riproposto nelle sale con “opportuni aggiustamenti” e il popolo italiano ha potuto così assistere alla versione cinematografica di una delle metafore più classiche della politica italiana contemporanea: “Il gattopardismo”.

Cominciando da napolitano, tutti i politici della seconda repubblica hanno osannato “le riforme”, si sono riempiti la bocca con questa parola (“riforma”) che ormai sembra rappresentare la panacea di tutte le problematiche esistenti in Italia, la madre di tutte le possibili soluzioni, la terapia d’urto per sconfiggere la crisi globale.

Ed eccole “le riforme”:

metti l’IMU e leva l’IMU, metti TARES e cambia TARES, tieniti stretti i vecchi lavoratori e lascia per strada i giovani disoccupati, leva i soldi a chi ne ha bisogno e dai i soldi alle lobby  più ricche, taglia le spese (per i servizi alla popolazione) e lascia le spese (per il mantenimento della politica)… e così via stronzando.

Ecco dunque le nostre riforme, ma in questi giorni è stata partorita la più bella, la “Magna Riforma” (nel senso di grande), quella tanto auspicata che abolirà il “porcellum”.

Ebbene si eliminerà il “porcellum” perché con questa legge elettorale iniqua il Popolo Italiano non ha potuto nominare direttamente i propri rappresentanti in parlamento, e si farà una “riforma” di legge, chiamata “italicum”, che non prevede però le “preferenze”…. Vale a dire: i parlamentari saranno sempre scelti dai leader dei partiti vincenti…. si cambierà per lasciare le cose così come stanno….. se non è “gattopardismo” questo io sono Luchino Visconti in persona.

Con questa “riforma del kaiser” resterà immutata soprattutto una cosa: il convincimento, ormai più che radicato nei bacati cervelli di certi politici, che il Popolo Italiano può essere sempre “preso liberamente e democraticamente per il culo” dai propri rappresentanti istituzionali…. Questo però, aggiungiamo noi populisti, finché la corda non si spezza.

Autore dell'articolo: Sergio Figuccia

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