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O vi fate trivellare o morite di fame

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Il lavoro era un diritto dei cittadini Italiani, era il fattore più importante sul quale si basava la nostra Repubblica e la sacralità del lavoro era sancita proprio dalla Costituzione. Oggi il Giano bifronte che siede sullo scranno più alto del sistema politico italiano, se da un lato tenta (a parole) di mantenere vivo negli Italiani il rispetto per le istituzioni che lui stesso presiede, dall’altro incita costantemente alla loro distruzione invocando fino alla nausea “riforme” che stanno facendo le veci di un cavallo di troia all’interno della stessa Costituzione.

Il primo elemento che sarà stravolto da queste dannate riforme, tanto osannate da ue e da napolitano, sarà proprio il LAVORO che, così come sembra emergere dalla nuova legge renziana denominata “jobs act“, non sarà più un diritto per i cittadini, non sarà più la pietra principale sulla quale rifondare la nuova Repubblica, proprio tutto all’incontrario di quanto sancito dalla originaria COSTITUZIONE italiana.

D’altra parte le prime mazzate al LAVORO sono arrivate negli anni passati dal centro-destra (vedi sacconi) e da quell’ “horror tecno-govern show” di mario monti con le incredibili dichiarazioni pubbliche della sua arpia piangente elsa fornero (“il lavoro non deve essere un diritto per i giovani” – “se i giovani non lavorano è solo perché sono pigri e indolenti” – “Il lavoro fisso non esiste più” ecc. ecc.).

Oggi, sulla scia del colpo di grazia che renzi sta dando ai diritti di chi lavora e alle aspirazioni di chi ancora aspetta in un angolo di strada di poter iniziare a lavorare, ecco arrivare a grandi falcate il nuovo utilizzo del concetto di LAVORO da parte dell’imprenditoria corrotta e fasulla e delle devastanti multinazionali: un mezzo per poter ricattare la gente.

E’ di pochi giorni fa il nostro appello ad aiutare Greenpeace  nella lotta contro le scriteriate nuove trivellazioni nel Canale di Sicilia; ebbene oggi molti esponenti del centro-destra si sono schierati apertamente in favore di questo scempio, per esempio giuseppe milazzo di forza italia ha candidamente dichiarato: “in questo momento di grande difficoltà in cui versa la Sicilia, per quanto riguarda posti di lavoro e nuovo gettito per la cassa regionale, perché dovremmo fermare un’operazione di tale importanza? Le trivellazioni dei giacimenti petroliferi daranno posti di lavoro e una boccata d’ossigeno alle casse regionali in rosso”.

Noi aggiungiamo: ma queste trivellazioni daranno anche grandi batoste al nostro ecosistema marino, distruggeranno i fondali e genereranno rischi di terremoti come più volte segnalato da eminenti sismologi internazionali.

Insomma il LAVORO è divenuto ormai un vero e proprio ricatto nei confronti della popolazione; prima i rapinatori ci davano almeno una chance: “o la borsa o la vita”, o si prendevano i soldi o ti ammazzavano, insomma potevamo scegliere se restare poveri in mezzo a una strada ma vivi, o andare a fare compagnia a San Pietro.

Oggi invece non ci concedono neanche un’alternativa, perché nella minaccia: “o vi fate trivellare o morirete di fame” è comunque nascosto un finale infausto.

Per guadagnare qualcosa, e poter comprare la pagnotta per la famiglia, dobbiamo comunque sacrificare qualcosa, in questo caso “il nostro territorio”, un po’ come per la “terra dei fuochi”, eticamente siamo sullo stesso piano: petrolio = camorra

Autore dell'articolo: Iron Icman

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