Ricordate quando eravamo alla scuola elementare? La maestra ci costringeva a imparare a memoria le poesie e poi a ripeterle in classe cercando di farci interpretare al meglio con la mimica facciale il contenuto del testo che dovevamo recitare.
Quando assistete a certe false interviste ai politici di ultima generazione (uomini o donne che siano) diffuse dai tg nazionali, in realtà state guardando una specie di replica di quello che si faceva a scuola.
I “politicanti” (replicanti della politica) imparano a memoria un breve testo, scritto dietro le quinte da qualcuno che esprime su carta le idee del leader e che forse non viene neanche compreso da chi poi lo ripete dinanzi le telecamere, i telegiornali, in seguito, trattandosi di registrazioni autoprodotte, si occupano di divulgare al popolo i concetti del “puparo” tramite le “faccette” al servizio del partito, vere e proprie emoticon in carne e ossa.
Ma non risparmieremmo tanti soldi, noi e gli stessi partiti, registrando le “interviste” direttamente dai “capibranco” o subappaltando ad attori professionisti queste ridicole recite scolastiche?