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Ma a cosa servono le assicurazioni?

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Abbiamo ricevuto un’accorata lettera da parte di Antonio che vi riportiamo integralmente.

Volevo mettere in evidenza una straziante avventura legale che ha coinvolto la nostra famiglia.  Nel marzo 2009, un pomeriggio, siamo andati a prendere il bambino, di tre anni e mezzo, alla scuola materna e lo abbiamo trovato con il viso gonfissimo sul lato destro inoltre una lesione verticale, ben visibile, nella parte interna della guancia, questo perchè durante il mattino, il bambino era andato a sbattere contro una porta aperta nell’atrio scolastico.

Egli sostenne di essere stato spinto, fatto stà che noi non fummo stati avvertiti dalla scuola la quale ce lo fece trovare con il volto tumefatto….e vi garantisco che era davvero impressionante.  Dopo le spiegazioni del caso andammo a casa a medicare Jordan, in quanto Barbara, la mia compagna, nonché madre del bimbo, lavora come oss presso un ospedale e quindi in grado di affrontare una prima medicazione, dopodichè andammo dal pediatra il quale ci consigliò un farmaco da applicare alla guancia e ci informò che per avere risultati ci sarebbe voluto diverso tempo. A fine estate il danno ormai si presentava irreparabile cosicché decidemmo di chiedere alla scuola i danni in quanto paghiamo un’assicurazione alla stessa che risarcisce il danno estetico permanente. Inizialmente non volevano accettare la nostra proposta se non quando fummo costretti a ricorrere ad un avvocato.

Nel frattempo siamo andati da un medico legale (ortopedico) per una perizia legale dettagliata, da uno studio dentistico a valutarne possibili conseguenze, da un chirurgo plastico per la valutazione del danno al massetere (lesione permanente).

Il medico legale dell’assicurazione aveva confermato il danno (ovviamente ridimensionato) ma alla fine la stessa voleva lavarsene le mani con 250 € (solo fino a quel momento ne avevamo spesi almeno 2500). Ci siamo così visti costretti a citare in causa la scuola e l’assicurazione Unipol. Il processo è andato avanti per 5 anni, sono cambiate due giudici e la seconda volle nominare un’altra perizia legale per valutare il danno (confermato). Ad un mese dalla sentenza ecco spuntare una terza giudice la quale, con una sentenza vergognosa (che avremmo il piacere di farvi leggere) e motivando con frasi folli e motivazioni che divergono addirittura dalle dichiarazioni dei teste della difesa, affermando situazioni che travisano la realtà, come ad esempio il fatto di essere stati chiamati, dava ragione alla scuola ( solo per citare un esempio sostengono che il bambino stesse camminando verso il bagno e, in prossimità dell’entrata, sia tornato indietro e con un movimento improvviso abbia sbattuto la faccia contro il battente della porta……????….tenuta “prudenzialmente” aperta (mio figlio aveva tre anni e mezzo)…..battente? lesione da taglio? oltretutto la porta è sentenziata come radente il muro, allora come mio figlio può colpire la guancia creandosi una lesione verticale?…….questa è solo una postilla. Secondo la giudice la scuola ha fatto tutto per prevenire danni ed incidenti al bimbo………..meno male!!!

Ci troviamo una grossa somma da pagare al ministero e all’assicurazione (per di più), così che optiamo per il ricorso a questa indecenza, bè sapete quale è stato il risultato? Abbiamo ricevuto un ordinanza di “non ammissibilità dell’appello” perchè secondo il giudice non ve ne sono le motivazioni…..così che oggi, senza aver effettuato alcun processo d’appello le spese sono salite a quasi 13.000 € nella consapevolezza di avere un bimbo che a scuola, unica responsabile per legge dell’incolumità degli stessi durante la loro permanenza all’interno di essa, si è provocato una lesione permanente al massetere destro, che negli anni è solo peggiorata…. Ditemi voi dove siamo arrivati e dove ancora possiamo arrivare nel nostro paese Grazie in anticipo, credo che queste ingiustizie debbano essere messe a conoscenza dei cittadini.

 

Nel leggere questa nota si resta sgomenti, come si può essere tanto cinici nelle valutazioni giuridiche che riguardano danni fisici riportati da un bambino, e per di più in una location scolastica?

Quello che ci ha colpito di più è tuttavia la stranezza di un “verdetto finale” che priva la famiglia di Antonio, quindi anche suo figlio che è stato la vittima dell’infortunio, di 13.000 euro per le spese processuali e facendo beneficiare nella vicenda come sempre solo lo “stato sciacallo”, che si “alimenta” sulle disgrazie dei propri cittadini, e, in questo caso, addirittura sulle necessità economiche di un bambino nella fase più importante della sua crescita e pertanto doppiamente offeso, prima dall’infortunio (per il quale non può di certo essere ritenuto responsabile avendo solo tre anni al momento dell’episodio) e poi dall’imposizione di un grave sacrificio economico per la propria famiglia e il proprio futuro.

Sorge però un dubbio che il testo della lettera non riesce a fugare: l’assicurazione (a meno di postille e/o vincoli che non conosciamo) dovrebbe coprire i rischi di infortuni all’interno del plesso scolastico qualunque sia la causa e qualsiasi siano risultati gli interventi della scuola per evitarli; in poche parole la copertura assicurativa vale “comunque”, una volta evidenziato il danno che nessuno potrà mai negare. Quindi un risarcimento per i danni subiti dal bambino a seguito dell’incidente è certamente dovuto, tant’è che la stessa compagnia d’assicurazione aveva inizialmente proposto un indennizzo di 250 euro, certamente esiguo ma sufficiente a dimostrare l’ammissione da parte dell’assicurazione del diritto a un rimborso economico per gli effetti subiti a seguito dell’infortunio.

La causa intentata da Antonio ha avuto quindi per oggetto l’importo dell’indennizzo o le responsabilità della scuola? Dalla lettera non si comprende, ma il quesito è molto importante perché mentre nel primo caso sarebbe stata solo una questione di accordo fra le parti, e con un arbitrato forse non ci sarebbe stato bisogno di un causa civile, nel secondo i giudici si sarebbero dovuti esprimere invece sulle responsabilità oggettive della scuola risultate, evidentemente opinabili.

Possiamo consigliare ad Antonio quindi di battere ancora la strada, sempreché ancora perseguibile, dell’indennizzo assicurativo congruo alla lesione subita da suo figlio e alla sua giovane età, rivolgendosi magari, in caso di ulteriori dilazioni o rifiuti anche all’ISVAP che è l’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni Private.

Ci rivolgiamo infine ad avvocati e legali che possano fornire ulteriori consigli ad Antonio e alla sua famiglia o che possano intervenire gratuitamente in loro favore per aiutarli in questo difficile momento.

Autore dell'articolo: admin

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