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L’ora più dolce prima d’essere ammazzato

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Rivisitando un celebre testo di Lucio Dalla (4 marzo 1943) viene fuori una frase emblematica che, reinterpretata, sembra risultare una triste metafora della vicenda legata alla chiusura del sito web www.loraquotidiano.it , presentatosi al pubblico appena lo scorso ottobre 2014 come l’erede informatico del celebre quotidiano cartaceo “L’Ora” fondato a Palermo nel lontanissimo 1900.

Quattro mesi fa sembrava che il vecchio storico giornale palermitano, defunto nel 1992, fosse risorto dalle proprie ceneri, come la leggendaria Fenice, grazie all’iniziativa guidata dai giornalisti  Giuseppe Lo Bianco, Sandra Rizza e Vittorio Corradino, supportata da un certo numero di imprenditori locali.

La collocazione in ambiente web, invece del dispendioso “mondo del cartaceo”, che già nella nomenclatura sembra appartenere a preistoriche ere geologiche, poteva fornire ampie garanzie di buoni risparmi in termini di spese di pubblicazione e quindi anche di “tenuta” temporale.

Ma qualcosa invece si è rotto, chissà!  Forse i costi per l’assunzione di nuovi giornalisti sono risultati eccessivi, probabilmente la nuova sede in centro città si è dimostrata onerosa, o la pubblicità raccolta a sostentamento dell’iniziativa non ha garantito la copertura delle spese … fatto sta che la “Fenice”, dopo appena quattro mesi di volo, è stata “abbattuta”.

Sì, non è stato un “incidente di percorso”, né un suicidio in stile Lubitz della Germanwings, il volo del “loraquotidiano.it”  sembra più l’effetto di un missile a corto raggio, simile a quello che nel 1980 a Ustica ha precluso il futuro ai viaggiatori del DC9 dell’Itavia, e come in quel caso, si vuole fare apparire come “casualità” qualcosa che invece sa tanto di “volontà” specifica.

Una iniziativa varata con tanto entusiasmo professionale, accoglienza popolare e copertura economica disinteressata (?), non poteva di certo implodere, dopo appena 120 giorni di vita, senza un nemico oscuro interno o esterno all’organizzazione.

Certo è che il nuovo “L’Ora”, nella sua formula informatica, era risultato l’espressione più “dolce” e gradevole della sua storia giornalistica: ben condotto, ottimamente strutturato, leggibilissimo e scorrevole in ogni sua pagina, <<l’ora più dolce … prima d’essere ammazzato>>.

Dunque è stato ammazzato … e chi è stato il killer?

Domanda ancora più difficile: e chi è stato il mandante?

I segnali che qualcuno “tramava” nell’ombra c’erano stati; strano infatti quel defilarsi improvviso di Giuseppe Lo Bianco dopo sì e no un mese di direzione, bizzarro quell’improvviso calo, in corso d’opera, di sponsorizzazioni in chiave pubblicitaria che ha spostato verso il segno negativo i bilanci aziendali fino a costringere il neonato quotidiano web, il 9 febbraio di quest’anno, a dichiarare ufficialmente la propria chiusura con un tristissimo articolo (che vedete in alto nella foto) dell’ultima rammaricata direttrice Sandra Rizza, ma anche ambigua e misteriosa la contemporanea nascita nelle edicole palermitane di un altro quotidiano, stavolta in formato cartaceo, con lo stesso titolo del vecchio rotocalco chiuso nel 1992.

Però appare ancor più “stravagante” il fatto che questo neonato giornale di carta (peraltro in totale controtendenza editoriale che vorrebbe vincenti, per ovvi motivi economici, i formati web) sia straripante di pubblicità, almeno a detta di chi lo ha comprato in edicola al costo di 1 euro, chi vi scrive ancora non l’ha fatto, e forse non lo farà mai.

Autore dell'articolo: Sergio Figuccia

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