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Storia di un bluff non compreso

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Vi riportiamo qui di seguito uno stralcio della prima parte di un articolo che abbiamo scelto per voi.

Viene in pratica sintetizzato un concetto che abbiamo ripetuto migliaia di volte dal 2010, ma che purtroppo (anche a causa della “analfabetizzazione funzionale” che sta imperversando in Italia – vedi post del 20 agosto 2015 pubblicato sulla nostra pagina Facebook) non viene recepito da buona parte degli italiani che restano ancora convinti che la “moneta unica” costituisca la nostra “unica” salvezza e che restare “attaccati” a questo carro armato, che continua inesorabilmente ad andare avanti con le sue regole, trascinandoci in catene sulla melma che è stata gettata sul nostro territorio, possa invece risolvere tutti i nostri problemi sociali ed economici.

L’Italia riuscirà a reaggire solo quando il POPOLO, UNITAMENTE, PRENDERÀ COSCIENZA CHE L’ALTERNATIVA ALLA SCHIAVITÙ E ALLA PERDITA DI TUTTO È L’USCITA DALLA TRAPPOLA. Ci vuole certamente coraggio, si affronteranno altri sacrifici (ma non minori di quelli che ci hanno già imposti), ma potremmo tornare sovrani sul nostro territorio e padroni del nostro futuro.

Tentiamo sempre di far comprendere agli indecisi, ai timorosi, agli acquiescenti e ai rassegnati che non siamo solo noi a pensarla così, ma anche i migliori sociologi ed economisti del pianeta, e anche qualche Capo di Stato …. quindi qualcosa di vero deve pur esserci in questa nostra “chiave di lettura” alternativa a quella di governo.

Ecco lo stralcio di cui parlavamo:
“La strategia applicata all’Italia dall’Europa produce scarsità monetaria, perdita di competitività, deindustrializzazione, disoccupazione, indebitamento.
Il suo scopo è privare il paese di liquidità e di capacità industriale riempiendolo di debiti e disoccupati, in modo che i capitali stranieri, costituiti da masse di moneta contabile creata dalle banche estere a costo zero, possano arrivare, invocati come salvatori dalla disoccupazione e dalla scarsità monetarie così prodotte, e rilevare tutto sottocosto, cioè le aziende e gli immobili, la ricchezza reale prodotto dal lavoro reale, e possano per tale via impadronirsi del paese. Questo sta già avvenendo: Italcementi è l’ultimo esempio. Per conseguire questo obiettivo è stato adoperato l’euro, moneta forte, perciò adatta ad ostacolare le esportazioni italiane e favorire quelle tedesche.
All’euro si aggiungono le cosiddette regole di austerità, nonché la politica di saldi primari attivi di bilancio pubblico – cioè per vent’anni lo Stato ha prelevato con le tasse 100 e restituito con la spesa pubblica 90 (cifre esemplificative), in modo di prosciugare la liquidità del paese.”

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Chi ci segue assiduamente avrà compreso al volo che tutto ciò coincide con la nostra chiave di lettura che ripetiamo da 5 anni, fieri del nostro “populismo”.

Autore dell'articolo: admin

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