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Fiscal compact e amen?

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Di certo è brutto dover dire: “ma noi ve l’avevamo detto già tanto tempo fa“, ma troppo spesso si è realmente dimostrato così.

Sul tema del “fiscal compact” avevamo stigmatizzato nel nostro blog, già con l’articolo del 12 aprile 2013 (cliccare qui  per leggerlo), la firma di mario monti in calce a quel maledetto accordo.
In proposito avevamo pubblicato una vignetta noir che rappresentava il tavolo delle trattative sul fiscal compact come il coperchio di una bara per quella “povera Italia” condotta alla sepoltura economica da quel “tecnico” che invece avrebbe dovuto salvarla, almeno (forse) negli intenti di quel tale napolitano che, inopinatamente e con piglio liberticida, aveva deciso l’anno prima di inserirlo al vertice del Consiglio dei Ministri. 
L’umanità mostrata da monti nell’occasione fu la stessa di quel padrone che spara il colpo di grazia (il fiscal compact appunto) al proprio cane per non vederlo più soffrire; niente cure, piuttosto la morte certa, quasi una forma di eutanasia amministrativa. Per monti contava più fare lui “bella figura” con l’amica merkel e gli oligarchi della comunità europea, mettendo definitivamente sotto scacco l’economia italiana, piuttosto che attenzionare le possibili ripercussioni di uno scriteriato progetto con finalità ben lontane dal favorire la ripresa economica dell’Italia.
Sono passati oltre quattro anni dal nostro articolo del 2013 e, nel frattempo, Striscia la Protesta ne ha riparlato il 23 aprile dell’anno successivo (cliccare qui per visionare questo secondo articolo), ma solo oggi, il buon renzi, sulle ali dei pareri contrari di ben 7 Premi Nobel per l’Economia (ovviamente quelli nostri e di tutti gli altri “Populisti” non contavano nulla) e della demagogica spinta alla popolarità in vista di prossime elezioni, si è svegliato dal suo letargo istituzionale e si è accorto che “il fiscal compact è da rottamare“.
Ovviamente chi si era seduto attorno a quella bara, nel lontano 2013, non ha alcuna intenzione di riesumare il “cadavere” e renzi dovrà lottare contro un plotoncino di becchini che di riaprire il discorso non ne vogliono proprio sapere.
Nella drammaticità dell’argomento (ma la drammaticità è solo per il Popolo Italiano) il “ridicolo” fa comunque capolino; l’Italia è il Paese in cui ci si accorge della totale idiozia di certe scelte solo dopo un’affrettatissima accettazione delle stesse e anni di pecoresco silenzio, ricordiamo al riguardo anche la “straordinaria” legge fornero, divenuta ormai una “barzelletta” internazionale.

Autore dell'articolo: admin

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