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Autovelox: veri furti con destrezza

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Si acquattano …. per “prevenire” dicono gli addetti agli autovelox; “Lo fanno per noi“, diceva il comico Cornacchione.  Ancora peggiori sono le dichiarazioni ufficiali che fanno in tv quando, intervistati da giornalisti che seminano il sacrosanto dubbio sulla finalità dell’autovelox per fare cassa, si scherniscono candidamente negando l’evidenza e manifestando la solita solfa sulla “prevenzione” e sulla “sicurezza“.

Assolutamente nulla di tutto questo! Gli introiti derivanti dalle sanzioni autostradali sono diventati una delle maggiori fonti di gettito per i Comuni italiani, è innegabile! Basta dare un’occhiata ai bilanci istituzionali per rendersene conto.

Le ormai “sgamatissime” tecniche per far diventare un qualsiasi automobilista il più terribile fra i trasgressori sono tante, vi facciamo qualche esempio:

  1. nascondere una pattuglia con il maledetto aggeggio in mezzo alle piante, ai bordi delle strade, nelle traverse o dietro i cartelli pubblicitari, proprio come nei vecchi film americani degli anni ’80 (noi in Italia sappiamo copiare solo le idiozie degli U.S.A. e le adottiamo dieci/venti anni dopo la loro abolizione in America, siamo sempre “ritardati” pure nell’adozione delle boiate). La presenza di cartelli che indicano il controllo elettronico della velocità, previsto dalla Legge per non invalidare le sanzioni, viene tuttavia garantita con l’istallazione degli avvisi magari due/tre chilometri prima. L‘acquattamento o la misurazione a distanza, ben prima che la pattuglia sia visibile a chi guida, non assicura certo la regolarità dell’operazione. Inoltre chi si nasconde può solo rilevare una trasgressione già avvenuta (proprio per fare cassa e raccogliere soldi per “i poveri Comune affamati d’Italia“), non certo per convincere l’automobilista a limitare la velocità in presenza di una pattuglia “ben visibile”. 
  2. porre cartelli con limiti di velocità improponibili su strade a scorrimento veloce o tratti viari a bassissima densità di transito. Il famigerato cartello con il limite di 30 Km/h viene spesso istallato, senza alcuna motivazione plausibile, ai bordi di strade urbane larghe a senso unico, magari anche a due/tre corsie, dove rispettare anche lo stesso limite di legge di 50 km/h diviene molto difficoltoso … e state pur certi che dietro quel cartello, il 90% delle volte, si nasconde la magagna dell’autovelox.
  3. utilizzare macchinette elettroniche starate o volutamente manipolate per “cogliere in fallo” gli automobilisti anche più disciplinati.
  4. effettuare la “misurazione” puntando su autovetture che stanno effettuando un sorpasso. Se si tenta di sorpassare una vettura che viaggia a velocità esageratamente ridotta di 30/40 km/h (magari proprio perché il guidatore ha avvistato la pattuglia e ha limitato eccessivamente la propria andatura), l’altro automobilista deve raggiungere almeno i 60 km/h per non stiracchiare il sorpasso per due km, e ostruire di conseguenza l’intero asse stradale per troppo tempo. Ed ecco scattare la sanzione per l’automobilista che viaggia alla folle velocità di 60 km/h invece che a quella prescritta di 50 km/h … ma ritenete veramente che questi “trasgressori” siano effettivamente pericolosi per l’incolumità degli altri fruitori della strada?
  5. istallare, senza alcuna motivazione plausibile, cartelli con limiti di velocità di 100 km/h (e spesso anche di 80 km/h) in tratti autostradali dove PER LEGGE vige ancora il limite massimo di 130 Km/h in assenza di pioggia, neve o nebbia. Se provate a percorrere, per esempio, l’autostrada A19 (Palermo-Catania) o l’A20 (Palermo-Messina) risulta quasi impossibile raggiungere il limite di 130 Km/h per quanto questo sia più che legale. Queste due autostrade sono disseminate di cartelli con limiti di 100 e 80, se ne incontrano a centinaia, oltre a quelli, altrettanto scriteriati, che dovrebbero costringere gli automobilisti a scendere fino a 60 Km/h per fantomatici lavori in corso, in realtà spesso inesistenti. Percorrere queste autostrade è uno stress continuo, e un automobilista stressato è altrettanto pericoloso quanto un automobilista che corre troppo.

E’ evidente che il rispetto di tante scriteriate restrizioni è quanto meno difficile, ed è comprovata la continua “disobbedienza” da parte di lavoratori, costretti dalla vita a fare i pendolari, che se giornalmente troppo rispettosi di queste regole, finirebbero alla sezione neurologica di un ospedale con un esaurimento nervoso da guinness dei primati.

Diciamolo pure: “L’autovelox non è un metodo per rendere più sicure le strade, è piuttosto un business sotto tutti i punti di vista, tranne ovviamente che per i cittadini malcapitati“.

Autore dell'articolo: admin

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