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I rifiuti volanti

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La piaga urbana dei volantini sembra intensificare i suoi nefandi effetti senza alcun argine istituzionale e ancora nel pieno convincimento, in realtà totalmente infondato, di chi ne chiede la distribuzione che si tratti di un “investimento” intelligente in pubblicità cittadina. Il 95% di questo materiale cartaceo finisce invece per strada, fra i rifiuti o, quando va bene, nei ripostigli per usi domestici.

Si potrebbe dire: “Direttamente dal produttore (la tipografia) al compattatore“, proprio “denaro speso bene“, alla “faccia del bicarbonato di sodio!” direbbe Totò. E tutto questo in un contesto sociale che ufficialmente tende ad abolire sempre più la carta come fattore inquinante e di disturbo ambientale.
Abbiamo ricevuto una segnalazione e ve la proponiamo così come c’è giunta. La denuncia è stata inoltrata al Comune di Palermo, all’Ufficio di Gabinetto del Sindaco e, per conoscenza, ad alcuni dei titolari degli esercizi commerciali cittadini, nella speranza di convincere questi ultimi a spendere diversamente e più intelligentemente il loro budget pubblicitario. Ma questa protesta non vale solo per la città di Palermo, si tratta infatti di uno scempio a livello nazionale.

“Sono un cittadino residente a Palermo, inoltro questa segnalazione sottoscrivendola personalmente, ma in caso di specifica richiesta del Comune potrei facilmente raccogliere, a supporto di questo reclamo, centinaia di firme di altri palermitani.
Nella nostra città si sta sviluppando da tempo un fenomeno che, oltre a non rendere alcuna convenienza effettiva, genera problematiche ambientali particolarmente fastidiose alla cittadinanza e allo stesso Comune di Palermo.
Si tratta della scriteriata distribuzione di volantini e opuscoli pubblicitari che tutti i centri commerciali e i supermarket fanno stampare di continuo per promuovere la propria attività.
Detta così sembrerebbe cosa più che lecita e, tutto sommato anche plausibile dal punto di vista promozionale; ma purtroppo non è così.
L’attività di distribuzione viene affidata a gruppi di giovani (senza alcun lavoro ovviamente) pagati pochissimo e in funzione del numero di volantini consegnati.
Così gli “operatori”, pur di “liberarsi” a ogni sosta del maggior numero di fogli possibile, riempiono le cassette postali, i parabrezza delle auto posteggiate, le portinerie, i luoghi di ritrovo, i contenitori esterni dei residence ecc. ecc.
Il vento e il totale disinteresse per questo materiale da parte della stragrande maggioranza della popolazione, fa poi il resto.
I “volantini volano” dovunque, ma il fatto che siano stati chiamati così non vuol di certo dire che sia corretto trovarseli spalmati sui vetri delle auto al primo utilizzo dei tergicristalli, o sotto i marciapiedi, o appallottolati fra gli ingranaggi dei cancelli automatici (che poi ovviamente finiscono col guastarsi).
Tutta questa carta, oltre che ad inquinare la città, è poi anche totalmente sprecata perché solo un cittadino su mille si mostra interessato al materiale pubblicizzato; inoltre le “occasioni” proposte sulle pagine dei volantini, avendo durata limitata, terminano sui banchi vendita sempre molto prima che quell’unico cittadino su mille si decida a recarsi in quel centro commerciale che le aveva pubblicizzate.
E’ insomma l’ennesima insulsa, inutile e perniciosa spirale pubblicitaria generata dalla schizofrenia commerciale della disgraziata epoca che stiamo vivendo.
I responsabili degli esercizi commerciali, evidentemente poco perspicaci, spendono inutilmente denaro per far stampare e distribuire tonnellate di carta che passano direttamente dalle tipografie (le uniche a guadagnarci veramente) al cestino dei rifiuti (quando va bene), ma soprattutto per strada, rendendo difficile il lavoro di pulizia degli operatori ecologici e invivibile l’intera città da parte dei cittadini (ma anche dei turisti).
Ho provato anche a discuterne con gli stessi giovani distributori, ma il tentativo è risultato vano; si trincerano dietro la necessità di avere un “lavoro” (anche se inutile e improduttivo), negando di lasciare nelle cassette quantità eccessive di carta e di utilizzare spesso proprio le apposite cassette postali con la dicitura “pubblicità”.
Queste cassette sono state istallate nei condomini o fuori dai residence non di certo per il particolare interesse di ricevere questa posta (in realtà totalmente indesiderata), piuttosto proprio per evitare gli intasamenti delle decine di cassette private presenti nelle portinerie.
Come dire: invece di riempirmi la cassetta postale con questa roba, mettila qua che poi provvederò a buttarla direttamente nel raccoglitore della carta straccia.
Esiste un modo per arginare questo assurdo fenomeno?
Sto inviando questa mail anche ai responsabili dei principali esercizi commerciali che lo hanno generato nella nostra città, ma ritengo che anche il Sindaco Orlando (che dovrebbe leggere in copia) con il suo staff debba intervenire in qualche modo.
Ritengo che “civiltà” sia anche denuncia delle disfunzioni gestionali urbane e ricerca di adeguate soluzioni al riguardo da parte delle Istituzioni.”

Che dire? Suggeriremmo al Sindaco Orlando di cogliere “al volo” (anzi al volantino) questo rilievo per far vedere alla cittadinanza che le Istituzioni sono realmente sensibili alle rimostranze della popolazione e sempre disponibili a intervenire per rendere più vivibile la città … temiamo però che la lettera del nostro amico farà la fine di un comune volantino pubblicitario, passerà da un gabinetto (quello del Sindaco) all’altro (pur sempre del Sindaco).

Autore dell'articolo: admin