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Ma cos’è il Populismo?

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Certo i nostri politici non fanno una gran bella figura quando durante i comizi di fronte al Popolo si ostinano a disprezzare “il Populismo“.

Sono convinti di presentare alla loro claque plaudente e alla massa di elettori, in attesa di “favori” dopo il voto nelle urne, un terribile “mostro” che sta avanzando in Europa, pronto a divorare tutto e tutti.

D’altra parte la politica è diventata ormai questo: parlare malissimo degli “avversari” e inventarsi qualche “babau” cui addossare tutte le colpe di questo mondo, arrogandosi pure la capacità di poterlo sconfiggere. Non si parla più di programmi, di ideologie, di progetti da presentare in Parlamento … basta! Ora è di moda il “taglia e cuci” sulla pelle di chi si presenta con un’etichetta diversa. Insomma: Io sono bravo/a, bello/a e sono leader della “caccia al babau” … tutti gli altri fanno schifo, sono incapaci e … populisti.

Nel politichese paneuropeo l’abuso del concetto di “Populismo” è ormai più che radicato, e tutti tendono a disprezzarlo, ad attribuire solo il peggiore dei significati a questa parola che tuttavia, risultando piuttosto controversa, è in realtà difficile da definire con tale univocità interpretativa.

Per esempio leggiamo sul Dizionario Garzanti ben tre significati molto diversi fra loro:

A) atteggiamento o movimento politico, sociale o culturale che tende all’elevamento delle classi più povere, senza riferimento a una specifica forma di socialismo e a una precisa impostazione dottrinale.

B) (spregiativo) atteggiamento politico demagogico che ha come unico scopo quello di accattivarsi il favore della gente.

C) movimento rivoluzionario russo della seconda metà del XIX secolo, anteriore al diffondersi del marxismo, che teorizzava il dovere degli intellettuali di mettersi al servizio del popolo.

I nostri politici, o perché ignoranti come le uova alla coque, o perché spaventati dal possibile ritorno del movimento russo pre-marxista (significato C) che li “costringerebbe” a mettersi al servizio del Popolo (che risate!),  o perché forviati dall’uso continuo del sostantivo, in tutte le platee europee, nel senso più comodo (ovviamente quello dispregiativo) al sistema di potere vigente, accolgono ossessivamente solo il significato B) sopra indicato, dimenticando del tutto che al riguardo esiste una parola ben più precisa e indicativa da utilizzare: DEMAGOGIA.

Purtroppo anche l’attuale Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è stato contagiato da questa orrida distorsione del reale significato di questa parola e farcisce i suoi discorsi, peraltro ineccepibili, con frasi del tipo: “frenare l’avanzata dei populismi”, “il pericolo populista”, “ridimensionare l’ascesa dei populismi” ecc. ecc.

Mi sa tanto che ai 10 vaccini obbligatori occorrerà aggiungere anche quello contro il “populistococco“, un agente patogeno che di virale ha solo la diffusione nel linguaggio politico.

Ma i nostri rappresentanti in Parlamento e i loro colleghi europei di Bruxelles hanno mai pensato che se i Popoli del continente europeo prendono coscienza che il reale significato della parola “Populismo” sia quella indicata con la lettera A), il loro atteggiamento di disprezzo potrebbe essere interpretato come offesa alle masse popolari? Con quale faccia potrebbero ancora chiedere voti e suffragi in loro favore dopo aver “sputato in faccia” a coloro che dovrebbero rappresentare?

La storia ci insegna che il primo Populista in tal senso fu l’ateniese Pericle, un politico vissuto nel 400 a.c.

Per primo propose una legge che permetteva ai poveri di guardare spettacoli teatrali senza pagare, con lo Stato che copriva il costo della loro entrata. Con altri decreti abbassò il requisito di proprietà per i magistrati, ed elargì generosi stipendi a tutti i cittadini che avevano prestato servizio come giurati nel tribunale supremo di Atene. Concesse anche l’accesso delle classi inferiori al sistema politico e agli uffici pubblici, da cui erano state precedentemente escluse a causa dei limitati mezzi o delle origini umili.

Un vero “mostro” populista questo Pericle, vero?

Tali misure spinsero i critici di Pericle a considerarlo come responsabile della degenerazione progressiva della democrazia ateniese. Ecco dunque spiegata storicamente la vera natura “anti-democratica” dei populismi: la vendetta rabbiosa dei politici dell’epoca terrorizzati dal vedersi privare del loro potere.

Quando ascoltate i discorsi di Renzi, Gentiloni, Berlusconi, Brunetta, Alfano, ma anche della Merkel, di Schulz, Dijssembloem ecc. ecc. e sentite pronunciare loro la celebre parola “Populismo“, date loro una carezza da parte mia perché non sanno quel che dicono.

Autore dell'articolo: admin

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