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Gli stipendi pubblici dei canili privati

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Riceviamo continuamente segnalazioni di abusi, violenze e sfruttamento di animali domestici, spesso anche corredati da immagini orribili che, per specifica policy interna di questo blog, non abbiamo voluto mai pubblicare.

Le storie stesse sono così tante e così strazianti che abbiamo sempre preferito evitare di spargere ulteriormente orrore nelle truculente cronache quotidiane già tanto “sfruttate” dai soliti media nazionali, magari solo per ottenere maggiori ascolti.

Peraltro ci siamo resi conto che pubblicare atrocità umane contro animali inermi sarebbe risultato un impegno fine a se stesso, non avrebbe cioè sortito alcun risultato positivo che potesse cambiare le cose, trattandosi di un fenomeno sottoculturale della nostra folle società cosiddetta “civile“; avremmo così ottenuto tantissima solidarietà, molti like su Facebook e tanti click sul blog, ma non di certo soluzioni al problema.

In questo caso invece ci siamo convinti a farlo perché, parallelamente alla breve storia la nostra lettrice ci ha segnalato anche un possibile espediente per arginare il propagarsi di eventi analoghi.

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Vi riassumiamo dunque cos’è accaduto: La zona in questione è l’Abruzzo, una volontaria del luogo, di nome Alessandra, si reca in un canile privato e chiede dei cuccioli da poter adottare per tirarli fuori dal “lager” in cui si trovano. Il custode-proprietario però, dopo aver fatto visionare qualche cane ad Alessandra, si rifiuta di rilasciare animali per l’adozione in quanto “stipendiato” dal Comune, con due euro al giorno per ciascun cane, per il loro mantenimento.

Alessandra non si da per vinta, esce i documenti per l’adozione, si procura il numero di chip per fare richiesta direttamente al Comune, ma scopre per vie traverse che la povera cagnetta, nel frattempo, è deceduta. Purtroppo si è trattato di una fine atroce: il custode-padrone, nella sua evidente incapacità di poter gestire da solo una struttura del genere, ha deciso di spostare il povero animale da una gabbia singola a un box collettivo dove è stata subito aggredita da altri suoi simili inferociti e ridotti allo stato brado.

Morale della tristissima “favola”: le Istituzioni, sempre per quel maledetto motivo tanto di “moda” del contenimento delle spese, preferiscono pagare 2 euro al giorno per ogni cane randagio affidandone la gestione a personaggi senza scrupoli e senza controllo alcuno che, pur di percepire un vero e proprio “stipendio” mensile, mantengono la conduzione del maggior numero di cani possibili senza averne però le capacità, né alcuna specifica qualifica.

Insomma la vera “morale” di questa storia è quella che non c’è; non può esserci alcuna “morale” nello stipendiare un “cerbero” qualunque, esterno alla pubblica amministrazione, quindi con “denaro pubblico“, quando sarebbe più civile e corretto l’affidamento di tale gestione a una struttura pubblica che, a quel punto, potrebbe legittimamente essere sovvenzionata con denaro pubblico e magari governata da VOLONTARI che hanno gli animali certamente più a cuore del suddetto “cerbero“.

Ci rivolgiamo dunque a Michela Vittoria Brambilla, una politica italiana (ex Ministro della Repubblica Italiana nonché Presidente e Fondatrice della LEga Italiana Difesa Animali e Ambiente ) che nel recente passato ha dimostrato ampiamente di essere sempre in prima linea nella lotta per il civile trattamento degli animali, basti ricordare la battaglia che ha vinto contro la struttura Green Hill che allevava cani beagle da destinare alla vivisezione e alla sperimentazione scientifica.

Dovrebbe essere portata all’attenzione delle competenti Istituzioni pubbliche (Parlamento compreso) l’opportunità di non far gestire più i canili ai privati, di obbligare i Comuni alla loro gestione diretta e di affidare soprattutto a volontari qualificati, la cura delle relative strutture e il corretto mantenimento degli animali da destinare comunque a chi ne vuole chiedere l’affidamento.

Basta cerberi menefreghisti privati senza scrupoli e sempre a caccia di soldi, basta con privatizzazioni ed esternalizzazioni incivili e senza criterio, basta con l’abuso del denaro pubblico destinato a ignobili personaggi privati.

 

 

 

Autore dell'articolo: admin

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