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Renzi e “incoerenzi”

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Come abbiamo più volte ripetuto la causa principale dell’enorme crescita dell’anti-politica e della ribellione Populista in Italia (nel senso di rivendicazione dei diritti del Popolo) è lo sdegno degli Italiani per l’incoerenza manifestata pressoché da tutti i principali leader politici nazionali, renzi  in testa.

Marco Travaglio (Direttore de Il Fatto Quotidiano) si esprime duramente sugli atteggiamenti vanamente spocchiosi del leader del PD e sulla sua dialettica ripetitiva e banale. In particolare nel video in testa a quest’articolo dice espressamente: “La sua narrazione è ferma a due/tre anni fa. Deve cambiarla perché il suo elettorato è già abbastanza annoiato“.

La rete è piena di documentazione audio e video, non di certo manipolata, nella quale l’ex-presidente del consiglio (che acquisì questo ruolo per unilaterale volontà del signor napolitano) emette dichiarazioni totalmente contrastanti fra loro a distanza anche di pochi mesi. Ci sembra troppo scontato riproporvi le decine di filmati in cui sono raccolte tutte le sue “amenità”, vi proponiamo invece un simpatico “frullato” di numeri renziani (beato chi fra di voi ne capirà qualcosa), estrapolato da una delle solite ruffiane puntate di “porta a porta” dal programma di rai3 “Blob”.

Numeri volanti, sparsi ai quattro venti senza alcuna coerenza, così come le decine di altre “supercazzole” fra le quali spicca la più grande “perla” dell’intera storia politica italiana dal dopoguerra a oggi: “se perderò al referendum sulla Costituzione mi ritirerò completamente dalla politica“.

E invece eccolo qua di nuovo, con la sua solita camicia bianca incravattata, con quel suo look traditional-yuppie di coloro che vorrebbero presentarsi al resto del mondo come gli unici capaci di lavorare freneticamente per migliorare le cose, ma nascondendo in realtà, dietro quella loro immagine illusoria, tanta incapacità e approssimazione.

Eccolo qua di nuovo a girare con un treno, inutilmente lunghissimo e sproporzionato proprio come tutte le sue cose, per fare la sua solita campagna politica per il suo solito partito che, non si capisce perché, continua a sostenerlo.

Ed eccolo qua di nuovo a fare le sue solite figure barbine in quelle città italiane che non lo vogliono vedere nemmeno col cannocchiale. Tre anni fa uscì e rientrò in alcune stazioni dal retro, per evitare che le fortissime contestazioni contro di lui potessero sfociare in scontri pericolosi; oggi la storia si ripete, specialmente a Reggio Calabria, ma lui non demorde, proprio come la celebre canzone del 1939 “Pippo non lo sa“, nella quale il protagonista (tale Pippo, oggi piuttosto matteo) è un personaggio che “si crede bello come un Apollo” e che, per questo, “saltella come un pollo“, ma quando passa, a sua insaputa, gli ride dietro “tutta la città“.

Dunque eccolo ancora in giro a “lavorare” … ed ECCOLO potremmo chiamarlo, quasi fosse l’ottavo nano intento a lavorare in quella sua miniera di supponenza e incoerenza.

Ma ci chiediamo: come può un partito, tanto importante e popolare come il PD, credere ancora in questo personaggio da favoletta per bambini?

Autore dell'articolo: Iron Icman

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