Da diversi anni un nostro lettore lotta disperatamente contro il limite delle agevolazioni pensionistiche stabilito in modo eccessivamente categorico al 75%.
Antonio Montoro di Biella, è stato già più volte al centro di nostri articoli sulle pensioni degli italiani. Segnala disperatamente da anni che il limite del 75% di invalidità imposto dalla vigente legge come limite minimo per la concessione di agevolazioni sulle finestre pensionistiche crea l’assurdo che gli invalidi al 74% vengono trattati al riguardo, come se fossero lavoratori normali, dovranno dunque andare in pensione dal 2019 a 67 anni.
In effetti sono allo studio “sconti” pensionistici per gli addetti a lavori usuranti ma gli invalidi al di sotto del 75% restano sempre e ostinatamente fuori da qualsiasi “riguardo” da parte dello Stato Italiano.
L’attuale governo cerca di limitare gli enormi danni causati dalla scriteriata “legge fornero“, tuttavia dovrebbe anche valutare che un lavoratore invalido, qualsiasi sia la percentuale di invalidità assegnata (e sappiamo benissimo che gli addetti a questo genere di giudizio sono “invogliati” dallo stato a limitare il più possibile la relativa percentuale, per non danneggiare eccessivamente le casse dell’inps), viene comunque sottoposto a una limitazione della propria dignità umana a ogni anno di lavoro in più che viene costretto a fare in condizioni completamente diverse da quelle di altri colleghi in perfetto stato di salute.
Vi riportiamo l’ultima lettera che abbiamo ricevuto dall’amico Antonio, così come ci è pervenuta:
“Si parla nuovamente di lavori usuranti, per stabilire uno sconto pensionistico. Mi viene spontanea questa domanda da girare ai nostri politici e sindacalisti:
Per le persone invalide essere in questa condizione è usurante?