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Vitalizzi e pupazzi

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Questo è il video che testimonia l’aggressione a Manlio Di Stefano, avvenuta nell’agosto dell’anno scorso alla Camera dei Deputati, nel momento in cui ha iniziato a discutere sulla proposta del TAGLIO DEGLI STIPENDI DEI PARLAMENTARI dagli attuali 12.000 euro mensili lordi a circa 5.000, dimezzando solamente le indennità.


Non appena si tocca l’argomento portafoglio dei parlamentari, i personaggi ormai “trapiantati” definitivamente sulle poltrone rosse del “palazzo”, reagiscono furiosamente e senza freni inibitori.

Boldrini interviene con altrettanto vigore, per tacitare Di Stefano, richiedendo ripetutamente “rispetto” per i deputati della Camera, come se l’affermazione (del tutto inconfutabile) che molti dei deputati hanno trasformato l’incarico istituzionale in un lavoro DEFINITIVO costituisse di per sé un’offesa per i parlamentari.

Ovviamente i politici italiani tendono a difendere il ricco portafoglio, concesso dall’attuale sistema di potere, proprio come fanno i cani randagi quando riescono ad azzannare un osso; Boldrini ci voglia perdonare il paragone che non è né azzardato né irrispettoso, ma costituisce piuttosto un’adeguata metafora di questo “mondo a parte” che è diventato il NOSTRO Parlamento.

Ricordiamo infatti a Boldrini che coloro che si siedono su quelle poltrone, e che sono strapagati per farlo, per una Democrazia civile sono solo dei rappresentanti del POPOLO SOVRANO, delegati dunque dal Popolo per amministrare la “cosa pubblica” (in latino Repubblica significa proprio questo: res publica, cosa pubblica).

Su quest’argomento la comunità europea non “mette il naso”, come fa invece per tutto il resto dell’attività sociale italiana. Chiede continue riforme, ma quando si parla dei costi della politica in Italia si gira dall’altro lato.

I fili che tengono in piedi i pupi devono essere sempre ben mantenuti e se i pupari, proprio come sembra, sono coloro che detengono il potere a Bruxelles, allora i fili devono essere proprio “d’oro” per vincolare e controllare al meglio i pupi che fingono di governare nei Paesi membri della comunità europea. Remunerazioni inferiori della casta dei politici filo-comunitari (ecco da dove derivano i “fili”) potrebbero innescare possibili tentazioni di tradimento al sistema centrale in favore dei cosiddetti “populismi“. Ma se ci pensate un po’ … questa non vi sembra una forma di corruzione? E chi accetta di restare attaccato a quei ricchi fili dorati non potrebbe essere paragonato a un venduto?

Autore dell'articolo: admin

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