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Dai segnali di fumo al codice binario

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Nel suo film “Palombella rossa“, del lontano 1989, Nanni Moretti diceva: “Come parla? Le parole sono importanti“; purtroppo quella perla cinematografica non è stata in alcun modo ascoltata, e forse non è stata mai compresa dalla grande massa degli italiani.

La disgrazia della “moda” orrenda di deformare le parole o di “risparmiarle”, come si faceva una volta nei telegrammi per pagare di meno all’ufficio postale, oggi è controversa, inutile e contraddittoria in un’epoca consacrata alla comunicazione totale e globale.

Che senso ha scrivere pezzetti di parole, eliminando le vocali come si fa nei codici fiscali, rischiando di non farsi capire e di perdere ancora più tempo nel rilanciare altri messaggi solo per chiarire il contenuto dei precedenti “non recepiti” correttamente dagli interlocutori?

Parole che sembrano sigle di aziende o di società per azioni, frasi storpiate e monche che somigliano più alle serie di singhiozzi ritmici emessi da un ubriaco. Parole che sono veri e propri “insulti” alla lingua nazionale. Non occorre fare esempi, basta che diate un’occhiata a quello che scrivete e che vi scrivono sulla famosa applicazione WhatsApp.

Ma i social non sono da meno. Twitter inizialmente aveva messo pure un limite al numero di parole da poter utilizzare in ogni post pubblicato, poi, fortunatamente, ha compreso che la sintesi dialettica non è un valore aggiunto, piuttosto un limite comunicativo, e così ha abolito questo inutile “muro” informatico accettando post ben più corposi.

Con il superfluo utilizzo indiscriminato di termini inglesi e la citata aberrazione della sintesi nei contenuti dei post online e dei messaggi telefonici, tanta gente sta perdendo l’uso del corretto linguaggio italiano e tende inesorabilmente a tornare indietro nel tempo; nell’era della comunicazione globale ci si ritrova a esprimersi con modalità simili a quelle del vecchio telegrafo che utilizzava codici proprio come il celebre Codice Morse. D’altra parte la stessa base dell’intero sistema informatico mondiale e dell’era digitale, che stiamo vivendo, è il codice binario che utilizza solo due elementi: l’1 e lo 0, proprio come i vecchi segnali di fumo dei pellerossa americani. Insomma in questo settore il progresso, trascinato dalla tecnologia commerciale e scriteriata, sembra la metafora di un treno che corre in retromarcia e che, passando da splendidi periodi realmente consacrati alla cultura più elevata, ci sta portando indietro nel tempo, annullando tutto quello che la storia ha regalato alla razza umana.

Autore dell'articolo: admin

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