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La maffioneria

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Da anni sosteniamo l’ipotesi, purtroppo basata solo su sensazioni e deduzioni dai fatti di cronaca non supportate da prove concrete (non tocca a noi indagare per trovarle), che la massoneria possa essere seriamente implicata nella gestione (cattiva) del potere e della politica.
Oggi si legge sui giornali (cliccate qui per avere un esempio con un articolo di Repubblica.it) della “scoperta” di una superloggia segreta in Sicilia dedita proprio al controllo del potere politico, alle solite stramaledette segnalazioni e raccomandazioni, all’incremento del bacino elettorale e così via “porcando“; il tutto come se fosse una novità.
Ma questo problema non è presente solo in Sicilia, tutta la massoneria è in sostanza un’associazione “segreta”, mascherata da iniziativa di fratellanza universale, che in realtà, almeno ai nostri giorni, tradendo le iniziali caratteristiche di sostegno ai deboli e alla popolazione indigente, si è trasformata in massima parte in un’organizzazione speculativa che agisce solo in tutela dei propri iscritti, sul controllo occulto del territorio e a danno di tutti coloro che se ne stanno accuratamente e saggiamente al di fuori.
Proprio queste nuove caratteristiche l’hanno inevitabilmente e pericolosamente fatta avvicinare al profilo delle ordinarie associazioni a delinquere di stampo mafioso, e la cosa, stavolta, è risultata conclamata dalle indagini della Magistratura che proprio ieri ha spiccato diversi arresti e mandato ai domiciliari qualche importante nominativo in ambito politico regionale. (per i nomi leggete l’articolo cliccando qui).
Chiaramente si tratta di logge deviate, di rami avvelenati di un organismo molto complesso e articolato, ma come è stato per ogni ulivo colpito dal batterio della Xylella, sorge razionalmente il dubbio che per poter distruggere per sempre l’agente patogeno si debba necessariamente estirpare l’intero albero. D’altra parte, parlando di logge deviate viene subito in mente la P2 e tutti i rischi che essa ha comportato a suo tempo per l’intero ordinamento giuridico italiano. Invece non si fece nulla in seguito a quel celebre scandalo, almeno contro la matrice principale e i suoi legami con il potere politico in Italia, fino a giungere all’assurdo (perché di questo si tratta) di permettere alcuni anni fa che le prime tre cariche dello Stato Italiano fossero tutte figure massoniche.
La pericolosità dei legami Stato-mafia, già sotto processo in diverse circostanze, equivale a quella dei rapporti Stato-massoneria, proprio in considerazione delle devianze di numerose logge venute a galla negli anni; pertanto l’intero arco parlamentare, dalla maggioranza di governo all’ultima delle opposizioni, dovrebbe saggiamente convenire sulla necessità di non ammettere più nei ruoli della politica, e a qualsiasi livello, personaggi che hanno o hanno avuto a che fare con la massoneria, così come con le mafie di qualunque estrazione esse siano.
Ma questo è un pensiero razionale di natura popolare improntato su correttezza, equità e obiettività, tutto l’opposto delle strategie di certa infame oscura politica speculativa.

Autore dell'articolo: admin

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