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Quando il profitto è sinonimo di morte

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Il peggiore untore mondiale dai tempi della peste raccontata da Alessandro Manzoni, la tristemente celebre “Monsanto“, è stata condannata per aver avvelenato un agricoltore negli Stati Uniti (cliccate qui per leggere il relativo articolo on line).

Il glifosato, universalmente additato come uno dei più temibili cancerogeni usati in agricoltura, è risultato colpevole dell’insorgere del cancro nel corpo di Edwin Hardeman, un pensionato americano.

Ma nonostante le precedenti cause penali, le accuse rivoltegli contro, le condanne dell’intero mondo scientifico, la Monsanto ha continuato imperterrita negli anni ad avvelenarci la vita, anzi l’europea Bayer, poco tempo, fa ha perfino deciso di acquistarla, quasi fosse un’azienda meritevole di stare sotto le insegne di una delle maggiori multinazionali FARMACEUTICHE del pianeta.

Ebbene la condanna che finalmente si è abbattuta sulla Monsanto, con la possibilità di futuri risarcimenti da centinaia di miliardi per altri casi analoghi, ha fatto crollare in borsa il titolo della Bayer.

Chi la fa l’aspetti, una casa farmaceutica tanto importante non avrebbe dovuto impelagarsi con un’azienda sospettata da sempre di appestare l’ambiente attentando senza alcuno scrupolo alla salute dell’intera umanità, e il tutto per quella solita maledetta finalità del profitto ad ogni costo.

Autore dell'articolo: admin

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