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I fabbricatori di esodi e tfr milionari

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L’effetto più catastrofico della privatizzazione delle banche ricade sulla clientela e sui lavoratori del settore.
 
I geniali dirigenti, prima sbandierano ai quattro venti enormi profitti per esaltare l’immagine aziendale e garantirsi “premi” più sostanziosi, poi però lasciano a bocca asciutta i lavoratori (che sono i reali fautori degli incrementi economici), anzi continuano inesorabilmente a segnalare esuberi e a “fabbricare” esodati.
 
L’operazione più infame degli ultimi trent’anni è stata dunque la privatizzazione degli istituti di credito, e più specificatamente quelli di Diritto Pubblico.
Con la legge 30.7.1990 n. 218, nota come legge amato-carli (i due principali colpevoli dunque, ma dietro c’era un disegno di lobby occulte) le banche sono state privatizzate. Nel corso degli anni successivi la Banca d’Italia, i cui azionisti fino ad allora erano gli Istituti di Diritto Pubblico, è stata de facto privatizzata proseguendo dunque nel progetto di dismissione del patrimonio pubblico in favore DEI SOLITI PRIVATI OCCULTI NASCOSTI NELL’OMBRA A SBRANARE DENARO PUBBLICO.
 
Le banche hanno così gestito liberamente i nostri soldi, pagando a peso d’oro inutili consulenti esterni (gli amici degli amici ovviamente), pescando i propri amministratori delegati sempre nel solito pozzo dei soliti manager “a disposizione” del sistema, investendo denaro senza alcun criterio di sicurezza (vedi titoli tossici) da impaccare all’ignara clientela, portando magari al fallimento marchi secolari e centinaia di migliaia di famiglie, e negli ultimi tempi anche chiudendo sportelli a più non posso e gettando fuori bancari a migliaia con l’odiosa motivazione della “necessaria riduzione del costo del lavoro” (ma come? Vantate bilanci stratosferici e poi vi lamentate dei costi che vi permettono di raggiungerli?).
Ricordiamo che quando le banche più importanti erano ISTITUTI DI DIRITTO PUBBLICO la maggior parte di questi comportamenti da parte dei manager aziendali erano reati penali, punibili con la galera perché si trattava di denaro PUBBLICO.
 
Oggi invece i manager che amministrano le banche sanno di avere carta bianca in quanto si tratta di aziende private, sono dunque padroni di sperperare liberamente il denaro in operazioni sbagliate, intrallazzando senza controllo, e magari portando pure al fallimento la stessa banca che avrebbero dovuto gestire al meglio (esempi in tal senso in questi ultimi anni ce ne sono proprio tantissimi).
Una cosa però è certa: i TFR di questi inqualificabili tizi sono sempre milionari, magari anche se per pochi anni di mantenimento nel ruolo di ceo (ora si chiamano così i vecchi direttori generali,  diventati poi amministratori delegati) … ma questa strana regola vale anche per tutte le altre aziende anche in settori diversi da quello del credito, le scriteriate liquidazioni da diverse decine di milioni di euro NON SI TOCCANO, chissà perché … anche se un piccolo dubbio sorge spontaneo: visto che i nomi di questi “geni“, piazzati sui vari “troni” dal sistema di potere, a giro sono comunque sempre gli stessi, è possibile che una bella fetta del bottino “tfr” vada proprio al sistema, meritevole di aver concesso quel ruolo ai “geni” di cui sopra?
 
Però, per favore, non parlate di “complotto” …  se no ci prendono pure in giro.
 
 

Autore dell'articolo: Santokenonsuda

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