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TTIP, sarà un’opportunità o un disastro?

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Come saprete il TTIP è il Trattato Transatlantico sul Commercio e gli Investimenti.  Si tratta di un accordo fra Usa e Unione Europea per il libero scambio delle merci.

Se da un lato questo progetto potrebbe certamente far decollare le esportazioni del vecchio continente verso l’enorme mercato americano, che attualmente adotta tasse doganali di ingresso del 160% contro l’appena 18% adottato dall’Europa (sempre per il concetto autolesionistico interno di questa comunità che tende ad aprirsi troppo alla globalizzazione esterna ma danneggiando terribilmente il mercato dei paesi membri con regole suicide), dall’altro ci sono seri rischi di importazione di prodotti adulterati e di provenienza incontrollabile.

In Europa, e in particolar modo in Italia, fino a oggi sono stati effettuati controlli molto sofisticati e approfonditi delle merci in entrata, per cui sono stati ridotti al minimo i pericoli di infiltrazione nei nostri mercati di prodotti contraffatti o manipolati, evitando così gravi danni per la salute della popolazione. Ma con l’entrata in vigore dell’accordo sul TTIP le merci scambiate fra i due continenti non saranno più sottoposte a queste ispezioni.

Noi esporteremo in America certamente roba controllata, di pregio e di origini sane, ma gli Usa cosa ci manderanno? Sembra che l’accordo preveda comunque dei precisi paletti per gli “o.g.m.”, molto diffusi oltre atlantico e che da noi non dovrebbero avere  (il condizionale però è d’obbligo) vita facile, ma i timori che gli americani possano intossicarci, per esempio con gli anabolizzanti con i quali amano tanto “imbottire” le loro carni (vedi problema dell’obesità iperdiffusa negli states), è certamente una terribile spada di Damocle sulle nostre teste.

Inoltre gli imprenditori italiani attualmente non sono sufficientemente attrezzati per esportazioni tanto massicce oltre Atlantico cui dovranno certamente ricorrere proprio a causa della difficoltà di mantenersi nel mercato europeo. La crescita purtroppo non può avvenire in questo momento nel nostro mercato interno, massacrato da regole insensate dell’ue e da una concorrenza orientale, spesso sleale e di infima qualità, cui la comunità non vuole porre freno.

Insomma, ancora una volta la possibilità di una crescita economica dovrà passare da un ricatto disumano, come nel caso delle trivellazioni nel Canale di Sicilia (vedi articoli precedenti): soldi in cambio della salute e della nostra sicurezza.

Ma perché il progresso deve per forza passare sopra i nostri cadaveri?

Autore dell'articolo: admin

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