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A Palermo salassi e schiacciasassi

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A Palermo la deriva dittatoriale mascherata da ambientalismo va avanti sempre di più.

Dopo l’imposizione del tram, che ha ridotto a vicoletti le già strette arterie cittadine per alleggerire il traffico proprio nei percorsi meno frequentati, ora si riparla di Ztl (zone a traffico limitato), pervicacemene e dopo un fallimento per una analoga iniziativa dell’amministrazione precedente finita addirittura al TAR.

Nonostante il blocco subito nel primo tentativo, oggi, a distanza di qualche anno, la giunta Orlando ripropone la cosa con l’alibi dell’ambiente ma con il “movente” del fare cassa. Denaro! Tutto si fa per te!

Così l’amministrazione pubblica di Palermo (ma in Italia si agisce ormai dappertutto in questo modo, ma ciò non giustifica certo un tale orrore istituzionale) alla faccia dell’etica e della democrazia, si è trasformata in una macchina per far soldi il cui “motore” è il “potere” e il carburante da consumare è la cittadinanza.

I vigili urbani sono ridotti a meri agenti di riscossione del “pizzo istituzionale”, ormai si occupano solo di multare in tutti i modi possibili i cittadini, divenuti fonte esclusiva di incassi per il comune sempre alla ricerca di fondi.

Le sole tasse non bastano più, e allora ci si va giù a muso duro con gli autovelox, le telecamere, le Ztl, le multe, le multerelle, le multazze.

Chi vuole vivere a Palermo deve pagare l’obolo più che alla malavita (come una volta) all’organizzazione para-legale che agisce all’interno dell’amministrazione pubblica cittadina.

La “invivibilità” del capoluogo è ormai giunta al parossismo, occorre che la cittadinanza si organizzi in specifiche associazioni di protesta che tentino di convincere Leoluca Orlando ad abbassare il tiro contro i palermitani, già sufficientemente vittime designate di altre magagne statali e pressioni delinquenziali locali per poter subire anche le vessazioni e gli abusi di potere di una giunta comunale troppo aggressiva e, diciamolo pure, intestardita su scelte discuttibili.

Al riguardo ecco un commento del Consigliere Comunale Filippo Occhipinti, uno dei pochi dimostratosi con le idee chiare in proposito:
“è la dimostrazione che per questa amministrazione i cittadini sono un bancomat, utile solo a tenere in piedi le partecipate. Che senso ha far pagare la stessa quota a una vettura Euro 3 e a una macchina a emissione zero? E’ chiaro che una vettura elettrica, a metano o a Gpl inquina molto meno. Manca una gradualità, a riprova che si vuole solo fare cassa. Il consiglio correggerà il tiro, ma la giunta sarebbe dovuta intervenire su una tassa mascherata da atto ambientalista. Inoltre vorremmo sapere se i vecchi mezzi Amat, che hanno più di 10 anni e quindi sono fuori dalla normativa Euro 3, potranno accedere alla Ztl, così come i mezzi del Comune ormai vetusti. Chi tiene i cordoni della borsa, ancora una volta, fa quello che vuole sulla pelle dei cittadini che, oltre ad aspettare all’infinito gli autobus, dovranno anche subire l’ennesimo salasso”

Autore dell'articolo: admin

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