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Cartelle pazze dallo “stato” predone

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L’europa “comunitaria” ci tartassa e lo stato italiano non sa fare di meglio che ripetere l’indegna azione contro i propri cittadini.

Uno stato democratico dovrebbe essere il gestore della “sovranità popolare”, nonché, in quanto delegato diretto del popolo in pieno pluralismo politico, amministratore della cosiddetta “cosa pubblica” (dal latino “res publica”), cioè di tutti i beni, i possedimenti, i diritti e gli interessi del popolo nella sua interezza, utilizzando in tal senso gli strumenti istituzionalmente preposti allo scopo come la Costituzione, le Leggi e quel “Codice Morale” che, pur non essendo scritto, dovrebbe dettare i modi e gli atteggiamenti giusti per il “buon governo”.

Ma in Italia questa immagine “favolistica” della nostra Repubblica appare sempre più lontana e utopistica.  Lo “stato” appare ormai un aguzzino che perseguita, a proprio uso e consumo, una enorme massa di “schiavi”, costretti a “pagare” col proprio lavoro e con i propri risparmi, sotto forma di tasse e balzelli vari, più i sollazzi di una sventurata classe di potere che non i servizi pubblici di cui ha veramente bisogno.

Quando parliamo di  “stato-sciacallo” (con la s minuscola perché non meritevole del seppur minimo rispetto) parliamo ovviamente di chi, delegato dal popolo ad amministrare la “cosa pubblica” (quando non si incorona pure da solo), agisce invece con turpe e bieco interesse personale, favorendo se stesso o i propri “amici” in un turbinio di scelte e determinazioni che si scatenano sul popolo al pari di cicloni tropicali.

E’ il caso, che si ripete da molti anni ormai, delle celebri “cartelle pazze”, come sono state chiamate a suo tempo da qualche scriteriato giornalista in vena di stupidi neologismi da lanciare sul “mercato dell’informazione”.

Di “pazzo” queste cartelle esattoriali in realtà non hanno nulla, sono piuttosto indegne “mitragliate” amministrative sull’inerme massa popolare volte all’ottenimento di denaro liquido da parte dello “statopredone. Sono quindi artatamente studiate per “colpire” nel mucchio, pur non avendo alcuna corretta motivazione di base vengono scagliate sulla più grande quantità di cittadini possibile per poter raccogliere il maggior numero di benefici in termini di denaro contante.

Per fare un paragone è come la pesca a strascico, vietatissima in certi periodi di fermo biologico, ma comunque sempre molto remunerativa per gli operatori dell’industria ittica.  Lo “stato” fa lo stesso, lancia la sua “rete” e pesca il maggior numero di vittime possibili.

Fra la fine del 2015 e il gennaio del corrente anno è partita in Italia l’ultima di queste “campagne” fiscali a livello nazionale. Sono state infatti spedite centinaia di migliaia (forse anche qualche milione) di assurde cartelle, cosiddette “pazze”, per il “recupero” coattivo di presunti mancati pagamenti dell’ICI relativa all’anno 2010, senza considerare che l’ICI era stata abolita dal governo berlusconi ben due anni prima  (2008).

E’ partita così la solita infame “macchina” succhia-sangue su tutto il territorio nazionale, sono stati colpiti persino i comuni più impensabili, quelli dispersi nelle montagne, quelli con poche centinaia di anime, pure quelli distrutti dai terremoti.

Potremmo presentarvi migliaia di esempi, ci limitiamo ad allegare a campione 5 link relativi ad articoli sui Comuni di Pianella, Brindisi, Milano, Siracusa e Cagliari.

http://ilcentro.gelocal.it/pescara/cronaca/2015/01/11/news/arrivano-le-cartelle-pazze-spuntano-tasse-inventate-1.10652128

http://www.brindisireport.it/cronaca/cartelle-pazze-a-Brindisi-per-pagamenti-Ici-anno-2010.html

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-11-25/a-milano-continua-caos-tributi-ultimo-caso-cinquemila-cartelle-pazze-relative-ici-2010-2011-180502.shtml?uuid=ACvX8GhB

http://www.siracusaoggi.it/siracusa-cinque-mila-cartelle-di-accertamento-ici-per-gli-anni-2010-e-2011-pane-non-sono-cartelle-pazze/

http://www.castedduonline.it/cagliari/centro-storico/30902/cagliari-cartelle-pazze-dell-ici-mi-hanno-chiesto-156mila-euro.html

 

Il programma di Canale 5 “Striscia la Notizia” proprio ieri sera (2 febbraio 2016) ha trasmesso un servizio al riguardo per il Comune di Labico (Roma).

Abbiamo fatto degli accertamenti e sembra che stavolta la “colpa” di tutto ciò sia da addebitare ad una (o più) società privata/e  incaricata/e  appositamente dallo “stato” italiano o quantomeno “suggerita/e” sottobanco alle varie amministrazioni locali.

Non ci interessa minimamente quali oscuri intrallazzi faccia la pubblica amministrazione per venire in possesso di denaro “dovuto” e non incassato derivante dai tributi legalmente vigenti, non ci interessa che allo scopo abbia incaricato qualche società riconducibile ai soliti “amici degli amici”, se si trattasse di reale evasione fiscale accetteremmo anche queste soluzioni di “comodo” (per quanto legate a favoritismi inaccettabili sono pur sempre finalizzate al recupero di un maltolto all’amministrazione pubblica) ; ma se parliamo di truffe istituzionali appositamente organizzate per colpire alla cieca la popolazione, allora non ci stiamo.

La prima “riforma” da fare, quella più civile, quella più degna per un paese che si professa democratico ed evoluto, quella più onesta nei confronti del Popolo italiano sarebbe quella di punire penalmente chi organizza truffe indegne come quella delle “cartelle pazze”, sparare sul mucchio per riuscire a prendere a caso qualche evasore dimostra, oltre alla limitatissima intelligenza di chi pretende di amministrarci, anche quanto poco rispetto viene manifestato nei confronti di tutti coloro che, proprio tramite le tasse, pagano regolarmente gli stipendi agli impiegati comunali e ai rappresentanti del Popolo che siedono sugli “scranni di palazzo”.

Infine un appello agli avvocati italiani: ma non c’è in giro un professionista serio e capace che in questi casi sia in grado di pilotare una class action contro queste incredibili magagne?

Quando i responsabili, siano essi ministri, funzionari o manager privati, pagheranno di tasca i danni causati da queste loro iniziative, allora sarà forse la volta buona per poter dire addio alle “pazzie” di stato.

Autore dell'articolo: admin

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