Pasolini, oltre che un grande intellettuale, si è rivelato a distanza di tanti anni anche un premonitore delle problematiche sociali sviluppatesi soprattutto all’inizio del terzo millennio.
In particolare anticipò, riguardo all’Italia, il mastodontico degrado che il consumismo ha generato in Italia quasi a voler proseguire quell’omologazione popolare che il fascismo a suo tempo non riuscì a ottenere.
Ecco un breve stralcio di una vecchia intervista a Pier Paolo Pasolini sull’argomento.
Ma la visione futurista di Pasolini è da estendere a tutto il mondo, non solo all’Italia.
La società dei consumi professa una nuova religione e adora il “dio profitto” che sempre più velocemente ci sta facendo ritornare al caos primordiale.
I mercati globali, l’attenzione fanatica e maniacale alla protezione delle principali valute, la concorrenza che straripa oltre tutti i confini territoriali distruggendo le attività di chi non ha i mezzi per raggiungere l’internazionalità, l’incapacità delle istituzioni, purtroppo ormai acclarata, di arginare la valanga planetaria delle truffe (soprattutto informatiche) ai danni delle popolazioni, la ricerca assoluta del tornaconto e di qualsiasi beneficio economico da parte del sistema di potere, qualsiasi siano le ricadute sulla gente comune, sono tutti effetti disastrosi sulla nostra società, purtroppo divenuta ormai globale, del maledetto sfrenato consumismo .