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Le parole sono importanti – puntata 5

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Per la serie:
LE PAROLE SONO IMPORTANTI – ovvero – LE DISFUNZIONI LINGUISTICHE DELLA DISSENNATA SOCIETA’ CONTEMPORANEA.
(quinta puntata)

 

Stavolta parliamo della parola “sfida” che attualmente, ma da ben oltre tre anni, si trova in testa alla classifica delle parole più (e male) utilizzate in Italia e in Europa.

Per i giornalisti, i politici, gli opinionisti, i dirigenti, i datori di lavoro, i manager aziendali nei loro stupidi discorsi motivazionali e perfino per il Papa e il Presidente della Repubblica, tutto ciò che è ordinaria amministrazione della nostra vita è diventata una sfida.

Provate, ascoltando una conferenza, un’intervista, un dibattito in un qualsiasi talk show, un comizio politico, una pubblica dichiarazione del Presidente Mattarella, a contare quante volte viene sbandierata, sia al singolare sia al plurale, la maldetta parola “sfida“.

Ormai è una sorta di moda, guai a non pronunciarla almeno una volta al giorno, in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo e per qualsiasi ragione.

  • Dobbiamo affrontare un virus aggressivo come quello della pandemia da covid19? Allora in realtà stiamo lanciando una sfida a un dannato microrganismo.
  • Il mercato globale sta riducendo in pezzi le economie di certi Paesi malmessi? Dunque si profilano solo tantissime sfide per migliorare il nostro futuro.
  • Il lancio di una startup o di una nuova impresa, per quanto banale possa essere il relativo prodotto o servizio, consiste solo nell’ennesima sfida ai competitor mondiali che operano nello stesso settore.
  • Non siamo sicuri che la nostra iniziativa possa riscuotere successo? Allora, per mettere le mani avanti, diciamo: “E’ solo una sfida” (spesso utilizziamo con uguale nonchalance anche il surrogato “scommessa).

Chi ascolta solo “di passaggio” non ci bada assolutamente, diciamo pure “che se ne fotte” (come ormai fa regolarmente la quasi intera massa popolare), ma, riflettendoci un poco su, quell’odiosa parola sfida fa trapelare un pericoloso concetto di fondo più prossimo a quello di un’ingiustificata e inutile aggressività che non a quello, comunque altrettanto irragionevole, di estrema competitività.

D’altra parte sul Dizionario Treccani si possono leggere tre significati principali per la parola SFIDA: 1) Lo sfidare a battaglia, a duello, a una gara o a qualsiasi altra competizione. 2) La lettera inviata dall’offeso all’offensore per sfidarlo a duello. 3) Provocazione, atto che ha lo scopo di suscitare comunque una reazione da parte di altre persone. Solo secondariamente si alleggerisce un po’ il concetto parlando, ma solo per lo sport, di un atto con cui un atleta invita un avversario a gareggiare con lui; ma si tratta di un utilizzo solo in ambito sportivo.

Dunque la parola “sfida” invoglia in modo occulto all’aggressività, alla competitività violenta; emana quasi odio, rabbia, spinge alla battaglia per essere migliori degli altri … non è di certo un concetto positivo come si vorrebbe far credere.

I bambini devono essere felici, non essere i migliori“, questo è il titolo di un interessantissimo articolo pubblicato sul “portalebambini.it”. Ed è verissimo, ma il concetto vale anche per i genitori.

Inoltre la felicità abbandona gli “scontenti” sempre in competizione con gli altri anche quando non ce n’è bisogno. La rivalità sociale è proprio uno dei sintomi più importanti dell’instabilità psichica.

La smania di dimostrare la propria presunta “superiorità“, e la continua autoreferenzialità sbandierata verso il prossimo, può rendere un qualunque individuo molto affine a quei pazzi sciagurati che una volta vantavano la razza ariana, li ricordate?

Rabbia, ostilità, rancore, odio e infelicità sono i derivati dell’insulsa competitività che purtroppo domina sulla società contemporanea; mentre serenità, appagamento, gioia e magari anche felicità sono più alla nostra portata se siamo capaci di rispettare chi ci vive accanto senza prevaricarlo in alcun modo.

Quindi smettiamola tutti (Presidente Mattarella in primis) di adoperare questa maledetta parola nei discorsi motivazionali e nel nostro lessico quotidiano; il Popolo ha bisogno di SERENITA’ non di sfide continue, non è solo una questione di semantica, è piuttosto una necessità sociale. Il nostro futuro non dev’essere condizionato dalle sfide.

Chi non è d’accordo con questo concetto continui pure nella propria stolta paranoia di voler affrontare il resto della propria vita come fosse una “sfida” eterna contro tutto e tutti, ma non illuda se stesso che questo possa renderlo, anche per una sola volta, migliore degli altri, o che il prossimo stia lì a interessarsi alle sue “gesta“, magari per glorificarle; L’ANTAGONISMO LOGORA CHI NE VUOL FARE ESCLUSIVAMENTE UNA RAGIONE DI VITA.

Autore dell'articolo: admin

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