L’abbiamo ripetuto tante volte negli articoli del nostro blog in questi ultimi anni: abbiamo la sgradevole sensazione che TUTTO IL SISTEMA MONDIALE basato esclusivamente sull’informatica, soprattutto per le banche, i servizi pubblici e i sistemi di sicurezza, sia appeso a un filo sottilissimo.
Le violazioni ormai non si contano più (pentagono, cia, motori di ricerca di internet, governi di mezzo mondo, nasa, sony, banche, multinazionali ecc. ecc.), i nostri dati personali sono in balia del mercato nero dei data base e degli infami truffatori che se ne servono. Alla faccia delle stupidissime leggi sulla privacy che NON SERVONO A NULLA (vedi l’obbligo dei vincoli sulla gestione dei cookie che se non accettati non ti permette di usare i servizi dei vari siti che visiti, come dire o accetti o resti al palo) e che non hanno di fatto cambiato nulla sulla reale gestione dei dati personali da parte di tutti coloro che operano in rete, truffatori compresi.
Con l’avvento dell’AI poi le cose non potranno che peggiorare, eppure si continua incessantemente a eliminare l’apporto umano, che potrebbe magari servire da controllo, e a digitalizzare qualsiasi cosa.
I social inoltre non fanno altro che fornire sempre più elementi validi a chi intende sabotare il corretto andamento della globalizzazione digitale e gli informatici a imbottire sempre più le piattaforme di paletti per la sicurezza che, evidentemente, servono più a fare impazzire gli utenti che non a fermare gli attacchi degli hacker.
Al riguardo vi proponiamo un articolo de IL FATTO QUOTIDIANO molto significativo (cliccare qui per leggerlo).
Rischiamo seriamente di tornare a una forma di caos primordiale applicato alle attività umane.