Abbiamo ricevuto un comunicato stampa che sinceramente ci ha sconcertato, ve lo proponiamo per solidarietà e per segnalare l’ennesimo grido di allarme dei Cittadini Italiani ai quali viene presentata la solita ignobile SCUSA del “MANCANO I SOLDI” per giustificare da parte delle istituzioni gravissime mancanze gestionali che dimostrano solo quanto l’inciviltà e l’incapacità stiano distruggendo il nostro Paese. I soldi ci sono, eccome! Vengono però utilizzati nel peggiore dei modi possibili e i motivi, quelli veri, restano sempre nell’ombra per occultare incompetenze e inettitudini (se non di peggio) dei nostri cosiddetti “amministratori”.
“Palermo, Zen2: la scuola Giovanni Falcone chiude i battenti, disperazione e protesta tra genitori e studenti
Una notizia drammatica scuote il quartiere Zen2 di Palermo: la scuola Giovanni Falcone, uno dei simboli della lotta all’emarginazione, chiude i battenti. La decisione, comunicata dal preside con le lacrime agli occhi, è il risultato di una mancanza di fondi da parte del Comune di Palermo. La scuola, abbandonata dalle istituzioni, resta priva di servizi essenziali come l’energia elettrica, e i bambini sono privati del loro diritto all’istruzione.
Il preside, costretto a firmare la chiusura definitiva, ha dichiarato pubblicamente la sua frustrazione. Davanti all’edificio, con i documenti in mano, ha espresso la sua amarezza e impotenza di fronte a una situazione che sembra non avere vie di uscita. Una comunità già fragile è ora messa ulteriormente a rischio, e i genitori sono sul piede di guerra.
In una mossa disperata, le famiglie degli alunni hanno deciso di mobilitarsi, decise a far sentire la loro voce. La richiesta è chiara: un appello accorato alle istituzioni, perché trovino i fondi necessari e riaprano le porte della scuola. I genitori, che hanno pochi mezzi per offrire alternative educative ai propri figli, non accettano di essere ignorati.
Una manifestazione di protesta di fronte all’edificio scolastico, ha visto coinvolti genitori, studenti, e lo stesso preside. Alcuni genitori hanno promesso di incatenarsi all’ingresso della scuola, per simboleggiare il loro legame indissolubile con l’istruzione e il futuro dei loro figli.
Questo gesto di resistenza è un grido di aiuto, ma anche una richiesta di giustizia: i cittadini chiedono alle istituzioni di “aprire il cuore” e di garantire ai loro figli ciò che è un diritto fondamentale, l’istruzione. La chiusura della scuola Falcone rappresenta una sconfitta sociale che tocca tutti e lascia una domanda aperta: chi difenderà il diritto all’istruzione dei più vulnerabili se anche le istituzioni voltano le spalle?”