Così per la Casta degli “eletti” in Parlamento, ma anche dei Consiglieri Regionali di alcune Regioni italiane, il diritto alla pensione scatta dopo appena 5 anni di presenza fra gli scranni legislativi, anzi 4 anni 6 mesi e un giorno.
Ci sono pensionati…e pensionati!
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Con buona pace delle parità, dell’articolo 3 della Costituzione Italiana, dei diritti acquisiti dai lavoratori, della “Legge che è uguale per tutti”, del “rigore da adottare in fatto di previdenza”, delle statistiche sulle aspettative di vita, dei tagli sulle spese statali ecc. ecc., le pensioni in Italia sono regolate con l’elastico, flessibili ed adattabili a secondo degli individui ai quali si riferiscono.
Tra l’altro la pensione non sarà vincolata ai contributi versati, infatti ad una contribuzione di circa 1.000 euro mensili, dopo un mandato di 4 anni e mezzo, un parlamentare prenderà in futuro un vitalizio di quasi 2.500 euro, che diventano 5.000 dopo due legislature e oltre 7.000 dopo 15 anni di lavoro parlamentare.
Di questo ne saranno felici tutti coloro che devono maturare 40 anni di contribuzione, con un anno di limbo di finestra dinamica, per poter avere diritto alla quiescenza retribuita con una pensione parametrata proprio ai contributi versati.
Propongo pertanto una modifica sostanziale della Costituzione Italiana, proprio come vuole fare Berlusconi, ma la mia idea si riferisce solo all’articolo 3 che dovrebbe recitare da oggi in poi così:
LA LEGGE E’ UGUALE PER TANTI, MA NON PER POCHI ELETTI
1 commento su “Ci sono pensionati…e pensionati!”
Antonio (Palermo)
(27/06/2011 - 18:27)Ti riporto a conferma di quello che hai detto il testo di una email che sta girando da mesi:
Il giorno 21 settembre 2010 il Deputato Antonio Borghesi dell’Italia dei Valori ha proposto l’abolizione del vitalizio che spetta ai parlamentari dopo solo 5 anni di legislatura in quanto affermava cha tale trattamento risultava iniquo rispetto a quello previsto dai lavoratori che devono versare 40 anni di contributi per avere diritto ad una pensione. Indovinate un po’ come è andata a finire !:
Presenti 525
Votanti 520
Astenuti 5
Maggioranza 261
Hanno votato sì 22
Hanno votato no 498
Ecco un estratto del discorso presentato alla Camera :
Penso che nessun cittadino e nessun lavoratore al di fuori di qui possa accettare l’idea che gli si chieda, per poter percepire un vitalizio o una pensione, di versare contributi per quarant’anni, quando qui dentro sono sufficienti cinque anni per percepire un vitalizio. È una distanza tra il Paese reale e questa istituzione che deve essere ridotta ed evitata. Non sarà mai accettabile per nessuno che vi siano persone che hanno fatto il parlamentare per un giorno – ce ne sono tre – e percepiscono più di 3.000 euro al mese di vitalizio. Non si potrà mai accettare che ci siano altre persone rimaste qui per sessantotto giorni, dimessisi per incompatibilità, che percepiscono un assegno vitalizio di più di 3.000 euro al mese. C’è la vedova di un parlamentare che non ha mai messo piede materialmente in Parlamento, eppure percepisce un assegno di reversibilità.
Credo che questo sia un tema al quale bisogna porre rimedio e la nostra proposta, che stava in quel progetto di legge e che sta in questo ordine del giorno, è che si provveda alla soppressione degli assegni vitalizi, sia per i deputati in carica che per quelli cessati, chiedendo invece di versare i contributi che a noi sono stati trattenuti all’ente di previdenza, se il deputato svolgeva precedentemente un lavoro, oppure al fondo che l’INPS ha creato con gestione a tassazione separata.
Ciò permetterebbe ad ognuno di cumulare quei versamenti con gli altri nell’arco della sua vita e, secondo i criteri normali di ogni cittadino e di ogni lavoratore, percepirebbe poi una pensione conseguente ai versamenti realizzati.
Proprio la Corte costituzionale, con la sentenza richiamata dai colleghi questori, ha permesso invece di dire che non si tratta di una pensione, che non esistono dunque diritti quesiti e che, con una semplice delibera dell’Ufficio di Presidenza, si potrebbe procedere nel senso da noi prospettato, che consentirebbe di fare risparmiare al bilancio della Camera e anche a tutti i cittadini e ai contribuenti italiani circa 150 milioni di euro l’anno.
Dire che è una vergogna è un eufemismo…e dire che in Italia il Popolo è Sovrano.
Antonio