Rosario Fiorello: grande! La prima parola che viene in mente pensando a lui ed al suo ultimo lavoro: il più grande spettacolo dopo il week end.
Una serie di record di ascolti nelle prime tre puntate che hanno allineato il programma al Festival di Sanremo o ai Mondiali di Calcio: mica bruscolini.
Fiorello è un professionista. Serio, modesto, ma un grande professionista. Ha un talento che in giro per l’Italia non possiede nessuno: canta, intrattiene, imita, conduce. Non esiste uno showman come Fiorello.
Della vita quotidiana ne fa spettacolo e cabaret: tutti ci ritroviamo nei suoi racconti, nei suoi accadimenti giornalieri, nella vita in famiglia, nel rapporto con i figli.
Doppiamente grande, perchè tratta argomenti anche “spigolosi” come il rapporto con i figli, in maniera dolce e scanzonata, delicata, come fosse una favola.
Ma la cosa che lo rende “UNICO” è il rapporto con i grandi di musica, sport e spettacolo. I suoi ospiti li trasforma in gente come noi; personaggi inarrivabili che si prestano al suo gioco senza neanche accorgersene, che si divertono e divertono con cose semplici.
Fiorello ha il potere di farli tornare ragazzini, giocherelloni, di fargli gettare la maschera, di farli apparire “normali”. Fiorello dissacra i suoi capi, i Direttori generali della RAI, manda le immagini di Canale 5, sfotte i grandi capi d’Europa e del mondo, senza offenderli, con il sorriso sulle labbra.
E la gente apprezza, è contenta. Uno spettacolo pulito, senza tette e culi, senza spazzatura, solo spettacolo, musica, relax.
Fiorello ha colmato un vuoto durato quasi un trentennio, quando sugli schermi di Mamma Rai imperversava, indimenticato, Renzo Arbore con il suo clan, con due altrettanto indimenticabili programmi come “Quelli della Notte” e “Indietro Tutta“.
Tra Arbore e Fiorello il nulla, per non dire altro. Il varietà a modo loro, fuori dagli schemi, ma con un denominatore comune: relax, divertimento, allegria. Programmi fatti innanzitutto con intelligenza, una rarità oggi.
Hai ragione, Fiorello, a dire che hai fatto il botto. Grazie Fiore.