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I pig-show devono essere trasmessi solo nei porcili

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Ci risiamo! Ancora una volta le tv commerciali non sanno più come attirare l’attenzione dei telespettatori e ricercano nel “fango” e nella volgarità gratuita la possibilità di aumentare gli ascolti.

Che “Radio Belva” non poteva essere altro che una sorta “wrestling nella melma” era cosa che doveva saltare agli occhi di Giuseppe Feyles, il direttore di Rete 4, già al momento dell’inserimento nel palinsesto ufficiale della tv di Mediaset.

Giuseppe Cruciani e David Parenzo, già sufficientemente noti con il programma radiofonico “La zanzara”, banalmente provocatorio e screanzato sino all’inverosimile, non potevano che ribadire in tv le stoltezze diffuse alla radio. Eppure Rete 4 ha accettato ugualmente di trasmettere “Radio Belva“, per poi fare marcia indietro dopo l’osceno spettacolo trash proposto nell’ultima puntata.

Feyles ha dichiarato al riguardo: “Il programma non ha le caratteristiche di tono e contenuto adatti al prime time della rete“; ma si era documentato prima di mandare in onda una cosa del genere? Ma perché pensarci solo dopo aver disgustato tutti i già pochi seguaci di Rete 4?

Il “gran serraglio” che i conduttori avevano messo insieme per la puntata era certamente noto molto prima della sigla di inizio: come si può ancora accettare di far sedere accanto, dinanzi le telecamere, elementi “pirotecnici” che, al solo contatto fisico degli uni con gli altri, esplodono in uno schizofrenico caleidoscopio di disgusto e oscenità pari agli effetti causati dallo scoppio di una fognatura?

Nomi come Vittorio Sgarbi, Alba Parietti, Mario Borghezio, Ilona Staller, Roberto Fiore di Forza Nuova, gli attivisti di Alba Dorata Italia, Paolo Villaggio, Maria Giovanna Maglie, Nannarella (paradossalmente forse proprio la più calma e serena di tutto il gruppo), e soprattutto lo stesso conduttore Cruciani, non possono assolutamente essere proposti nello stesso contenitore televisivo, il rischio di esplosione della fanghiglia è altissimo.

Bastava aggiungere Alessandra Mussolini o Andrea Diprè (uno dei tanti imitatori di Sgarbi) per assistere al decollo verso l’iperspazio della intera struttura che trasmetteva il programma.

Purtroppo i dirigenti televisivi e gli stessi protagonisti di questi orridi talk show non si sono ancora resi conto che trasgredire, urlare, bestemmiare, offendere e infrangere la soglia della decenza, soprattutto senza alcun serio motivo, ormai non “paga” più come una volta. Quando costituiva una “novità” nell’infracchetato e serioso mondo della televisione, la cosa poteva ancora destare interesse o curiosità, ma ormai solo pochi deficienti, sui quali non possono di certo contare le televisioni per vantare picchi di ascolto qualificato, continuano a gradire questi scontri verbali da pollaio.

Le proprietà delle aziende televisive private e il Ministero delle Telecomunicazioni dovrebbero intervenire pesantemente sui dirigenti che programmano queste oscenità facendo “saltare teste” in modalità automatica; chi non è capace di capire preliminarmente che un determinato programma non ha certi requisiti e ne sottoscrive la messa in onda, DEVE DIMETTERSI IMMEDIATAMENTE.  Troppo facile chiedere scusa “dopo” e interrompere la programmazione, così facendo si buttano al vento soldi pubblici (nei casi accaduti in RAI) e soldi degli azionisti nei casi di tv commerciali…. e i teatranti del fango incassano comunque.

Autore dell'articolo: admin

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