Il WWF dichiara che la diminuzione della fauna selvatica dell’ecosistema globale, nell’ultimo mezzo secolo, è scesa di oltre il 60%, riducendo le possibilità di sopravvivenza a lungo termine della stessa specie umana. Il terribile problema dei rifiuti e della plastificazione del nostro habitat, che sta distruggendo il pianeta sotto i nostri occhi, ha nel consumismo il suo artefice principale.
La continua corsa alla “crescita” economica, che comporta una sconsiderata produzione ben al di sopra delle effettive necessità di consumo (non scordiamoci del celebre rapporto debito/pil che spinge di continuo ad un’espansione obbligatoria del “prodotto interno lordo” per soddisfare i requisiti imposti dalle folli regole del sistema economico mondiale), è la caratteristica peculiare di quel dannato capitalismo, ormai morente, che tuttavia continua a macinare disastri e sfaceli sull’intero pianeta pur di far girare denaro nelle tasche dei sempre soliti “riccazzi” globali, lasciando però nella fame e nell’abbandono gran parte del resto dell’umanità.
Che importa se gran parte della produzione dei paesi cosiddetti civili ed evoluti e di quelli chiamati “emergenti” si getta o resta stoccata nei depositi a marcire inutilmente! La produzione, i consumi, la crescita, devono salire sempre più, favoriti dagli intrallazzi delle lobby, dai politici corrotti, dagli accordi economici internazionali, dalla solita “solfa motivazionale” delle sfide e delle scommesse del futuro, diventata ormai l’undicesimo comandamento per chi gestisce il potere, non ultimo il nostro stesso Presidente Mattarella, che spinto dalla necessità istituzionale di allinearsi con la mentalità del sistema di potere globale, continua nei suoi discorsi a citare “sfide e scommesse” come necessità ed obblighi, mentre il Popolo cerca disperatamente equilibri e serenità per il proprio futuro.
Non si può e non si deve impostare la vita dell’intera umanità sugli scontri economici fra titani impazziti (le multinazionali), sempre alla ricerca del profitto assoluto e di avere la meglio sui rivali della concorrenza internazionale. Si sbranano, si massacrano, riempiono di scarti industriali e rifiuti tossici l’intero pianeta, si rubano clienti, idee e supremazia sui mercati distruggendo l’ambiente, la natura e la nostra stessa salute. Tutto questo in nome del dio denaro e del potere economico.
Ma non basta! Fanno pure di tutto per delegittimare e ridicolizzare coloro che cercano di opporsi a tanta scelleratezza, proprio come per la moda di deridere, chiamandoli “complottisti“, coloro che tentano di scoprire e denunciare pubblicamente le oscure magagne che stanno dietro certi eventi internazionali. E’ una infame tecnica (nata negli USA già ai tempi della tragedia delle Twin Towers) che serve al sistema di potere per neutralizzare il dissenso popolare e manipolare l’opinione pubblica. Così oggi girano su Whatsapp, Facebook e Twitter, demenziali sfottò contro la giovane attivista ambientale svedese Greta Thunberg “colpevole” di coinvolgere mezzo mondo nel suo SACROSANTO grido di protesta contro i cambiamenti climatici e la distruzione ambientale e in favore di un nuovo sistema di sviluppo sostenibile.
Il vecchio sistema di sviluppo insostenibile però si ribella, si difende a morsi, non vuole mollare la presa e, nonostante il rapporto del WWF che accusa il consumismo (e quindi anche il sistema capitalistico che l’ha generato) di essere la causa principale della probabile estinzione di massa, l’opinione pubblica mondiale che inizia finalmente ad aprire gli occhi su questa immane tragedia, e la bravissima Greta Thunberg, che si accolla le banalità degli imbecilli sui social e degli oscuri detrattori che tramano contro di lei, continua pervicacemente a divorarci il futuro, perché il primo a non credere nelle sfide e nelle scommesse del futuro è proprio lui (il vecchio sistema di sviluppo insostenibile) che vuole tutto e subito.