Una bufala ogni tanto fa bene alla salute.
Perché genera un motivo addizionale valido per dare uno sfogo razionale alla nostra collera, magari accumulata dentro di noi per tanto tempo senza alcuna possibilità di scaricarne, seppur minimamente, la relativa pressione interna.
Si sfiata, dunque, in qualche modo quella rabbia generata per qualcosa che abbiamo dovuto subire nella più totale “impotenza che il sistema di potere ci impone”; sembra un gioco di parole, ma è la triste realtà che viviamo giornalmente in questa società che finge di essere democratica e che invece tende a massacrarci con le più inaudite cattiverie.
È il caso della legge fornero, che ci ha inchiodati fino a quasi 70 anni sui nostri posti di lavoro senza che potessimo fare nulla per impedire questa assurdità perché presentata con le più incredibili motivazioni e i più inverosimili alibi governativi e, soprattutto, senza alcuna reazione significativa da parte dei sindacati, divenuti ormai fantasmi di se stessi.
Così, considerata anche la pagliacciata ripetuta all’infinito da parte dei politici nel promettere, progettare e presentare ai media continue variazioni della suddetta irrazionale legge senza che la stessa sia stata invece minimamente ritoccata nel tempo, a qualcuno (tale “Corriere della Pera.it) è venuto in mente di inventare una “bufala” per “smuovere gli animi” dei pensionandi ormai rassegnati.
La bufala consiste nella divulgazione della notizia (falsa) che la figlia della fornero, tale silvia deaglio, abbia usufruito, a soli 39 anni, del pensionamento anticipato che la simpatica madre ha “gentilmente” concesso solo ai lavoratori con oltre 42 anni di contribuzione e, come se non bastasse, perfino indicizzando tale limite alle aspettative di vita (che l’istat, senza essere in possesso dei dati futuri, e senza particolari qualità di prevegenza, ha già “elaborato” fino al 2050 aumentandole di 3 mesi ogni anno … rendendoci “statisticamente” dei veri e propri highlander).
Striscia la Protesta, per scherzo e un po’ per provocazione ha pubblicato sulla propria pagina Facebook la notizia. Ma è giusto da parte nostra, anche per non diventare inattendibili ai vostri occhi, rivelare che la notizia del “Corriere della Pera” non era “FIOR DI LATTE” (se si leggeva bene il link di provenienza che abbiamo condiviso il 6/9 – anche se lo pseudo-scoop risale al 31/8 – si poteva intuire lo scherzo).
D’altra parte anche il nostro commento, per l’occasione, è stato alquanto ironico e non di certo aggressivo, come sarebbe stato certamente nel caso di una veridicità accertata del fatto denunciato.
Tuttavia sia bufala che fior di latte, la new mette in risalto un fenomeno reale che risulta INDIGERIBILE a tutti gli italiani qualsiasi sia la pizza da condire:
I FIGLI DELLA CASTA BENEFICIANO SEMPRE E COMUNQUE DI OPPORTUNITÀ PRESSOCHÉ PRECLUSE ALLA MASSA DEGLI ALTRI GIOVANI.
Questo è un fatto innegabile e purtroppo oggettivo.
La signora Deaglio figlia, senza alcun dubbio appartenente all’eccellenza universitaria italiana ma come tantissimi altri giovani cervelli del nostro paese che stentano invece a trovare un qualsiasi posto di lavoro, ha tuttavia ottenuto “subito”, servito su un vassoio di platino, il suo bel “posto fisso” che la simpatica madre aveva dichiarato (sostenuta all’epoca da quell’altro genio bocconiano del signor monti) essere ormai una “noia” da non dover più prendere in considerazione, per non apparire agli occhi della simpatica e beneamata ministra dei poveri “sfigati” o meglio “choosy” (definizione inglese adottata dalla poliglotta ministra per dire esigenti o schizzinosi – sì, esiste anche in italiano ma lei in quel momento era “internazionale”).
Insomma: i nostri figli devono emigrare all’estero per poter lavorare e per non essere choosy, mentre la “sua” Silvia può e “deve” lavorare in Patria.
Vedete: la bufala in fondo è genuina, anche se non è fior di latte.
La figlia della fornero non ha beneficiato della pensione anticipata, ma di qualcosa ancora più importante: IL POSTO DI LAVORO FISSO E SENZA ALCUNA ATTESA.
E poi: ma ci siamo scordati dei vitalizi ai parlamentari che il Movimento 5 Stelle tenta da due anni di fare abolire? E quelle non sono forme alternative di “pensioni anticipate” con 2 o 3 anni di servizio contro i 42 di contribuzione minimi richiesti dalla legge fornero? E QUESTA VI ASSICURIAMO NON È UNA BUFALA!