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Sant’Ermete non ha la pazienza di Santo Giobbe

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Ci ha scritto Cristina da Pisa per raccontarci la storia di una protesta che non “striscia” più, ma che ha iniziato ormai a volare.

Ci troviamo a Pisa nel 2011, la Regione Toscana mette in bilancio 18 milioni di euro per la ricostruzione nella Frazione di Sant’Ermete delle vecchie case popolari ormai in condizioni disastrose.

Il progetto prevedeva la costruzione di 290 nuovi alloggi, al posto delle 240 case edificate nel lontanissimo 1947, mai sottoposte a manutenzione ordinaria, figuriamoci a quella straordinaria.

Nel piano di riqualificazione e ripopolamento erano anche previsti parcheggi ed aeree arredate a verde urbano. Tutto bellissimo, al momento della fase A, quella delle promesse.

Cristina ci racconta degli inizi dei lavori, ben 8 milioni vengono effettivamente spesi, l’Apes fa evacuare gli appartamenti più vecchi da ricostruire, vi rompe tutti i sanitari per evitarne l’occupazione, recinta con lamiere l’intera zona in “lavorazione”, crea un cantiere “fantasma” in Via Emilia, la parte più degradata del quartiere. Nel frattempo più di cento famiglie però continuano ad aspettare la rinascita del rione abitando sempre nei restanti alloggi ormai fatiscenti risalenti al primo dopoguerra.

Poi subentra improvvisamente la fase B, quella della frenata. E’ inutile che riportiamo i nomi dei politici, degli assessori o dei vertici dell’azienda comunale per l’edilizia popolare coinvolti nell’operazione, tanto si tratta sempre dei soliti signori “nessuno”, perfettamente incapaci e inadatti a svolgere qualsiasi ruolo pubblico in qualsiasi parte d’Italia; sta di fatto che si riscontrano errori nei progetti esecutivi, le ditte falliscono e vengono realizzati solo 48 appartamenti in Via Bandi che vengono inaugurati l’anno scorso, con la solita demagogica “pompa magna” di cui sono capaci solo i politici del nostro disgraziato Paese.

Ma la cosa più eclatante è l’imprevista e misteriosa “sparizione” dei restanti 10 milioni non ancora spesi, forse stornati su altri capitoli di spesa, forse risucchiati nei “buchi neri” dei bilanci che la politica di austerity comunitaria ha generato in tutti i Comuni italiani, in ogni caso non più disponibili.

A questo punto tutto si ferma, tranne il degrado delle case che, pare fatto apposta, sembra accelerare ancor di più. Nasce il Comitato Sant’Ermete, la pagina Facebook Spazio Popolare Sant’Ermete, la lotta si fa dura, viene richiesta la “testa” dell’assessore pro-tempore, i cittadini interessati si autoriducono il canone di affitto e inoltrano un esposto legale per denunciare la condizione di invivibilità delle case e ottenere rimborsi dai veri responsabili (in Italia si deve smettere di far pagare i danni legali genericamente allo Stato, agli enti o alle aziende, devono uscire i soldi i dirigenti, i funzionari e i responsabili diretti delle disfunzioni, delle ingiustizie e dei reati perpetrati contro i cittadini; d’altra parte sono strapagati proprio per questo).

Il passo successivo del Comitato Sant’Ermete è stato quello di dichiarare rescissi i contratti che legavano gli inquilini delle vecchie case popolari all’Apes, in quanto illegittimi perché stipulati per case non a norma della legge che prevede alloggi “salubri, sicuri e adeguati”.

E’ ormai inutile lo scaricabarile del Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi che dà la colpa a Renzi che la dà alla Comunità Europea che poi magari rimanda indietro al mittente la problematica con tanto di “sanzione” (perché l’europa unita è solo questo: business sulle spalle dei paesi membri a colpi di penali e multe, qualsiasi sia il motivo scatenante).

Insomma la gente non ne può più e sta iniziando ad “alzare il tiro” della protesta, le istituzioni stanno abusando della pazienza e della civiltà dei cittadini onesti che ora stanno prendendo sempre più coraggio e determinazione nella loro lotta contro le inefficienze e gli abusi della pubblica amministrazione, sempre più incapace di gestire la “cosa pubblica”.

A questo punto tirare ancora la corda non è proprio una strategia particolarmente intelligente da parte dello Stato, perché la corda potrebbe non rompersi e “impiccare” metaforicamente qualche responsabile di queste incredibili porcherie ai danni degli Italiani. La forza del Popolo non è minimamente paragonabile a quella di un potere politico, spesso effimero e transitorio, mai abusare della pazienza del Popolo.

Autore dell'articolo: admin

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