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Truffatori in..call..iti

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Vi segnaliamo un articolo del 31 maggio scorso del quotidiano “Il Tirreno” (cliccare qui  per leggerlo) relativo allo stato di avanzamento in Parlamento della legge sulla regolamentazione del telemarketing selvaggio. 

Nell’articolo è inserita una video intervista che la dice lunga sulle truffe e il maltrattamento degli stessi operatori da parte dei titolari di moltissimi call center.
Quest’attività che avrebbe dovuto dare lavoro a tanti giovani si è trasformata invece, proprio per la smisurata immoralità e totale mancanza di scrupoli di certi gestori, in una vera e propria fabbrica di frodi telefoniche e di sfruttamento illecito di risorse umane.
Nel filmato, un giovane che ha lavorato in molti call center racconta di come viene trattato il personale di servizio. Con le quote fisse di stipendio praticamente nulle, il reddito dei lavoratori di questi call center si riduce alle sole provvigioni che scattano solo ad avvenuta sottoscrizione dei contratti da parte degli utenti contattati. E quando le provvigioni si riducono ad appena 2 o 3 euro a contratto, capite bene come gli operatori vengono in pratica costretti a inventarsi truffe di tutti i tipi pur di avere un minimo di reddito a fine mese.
Chi lavora senza ricorrere a trucchi e bugie rischia di ritrovarsi, dopo otto ore continuative di lavoro, a non aver guadagnato neanche un centesimo.
La legge che si sta studiando in Parlamento, su proposta del Senatore Marco Filippi, oltre a regolamentare le telefonate che da diversi anni stanno perseguitando l’intera popolazione italiana (estendendo la validità del Registro delle Opposizioni e aumentando le sanzioni per i trasgressori) dovrebbe anche “colpire” senza pietà chi ha reintrodotto lo “schiavismo” in queste ignobili aziende.
Truffare è reato, ma ancora più grave è costringere un giovane a truffare per fargli guadagnare la pagnotta quotidiana.  MA I SINDACATI DOVE SONO? 

Autore dell'articolo: admin

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