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Lebbre e pesti europee

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Il Presidente della Repubblica Francese, Emmanuel Macron non la finisce più di esternare, non si rende conto che ogni sua orrida dichiarazione pubblica lo espone sempre più al dileggio popolare internazionale.

Non gli è bastata l’idiozia di pochi giorni fa lanciata contro l’Italia, “vomitevole” solo perché si è comportata proprio come la Francia in fatto di migranti, ora il “leader” francese ha partorito un’altra delle sue “perledemenziali parlando di “lebbra populistica” che ha contagiato l’Europa.

Stendiamo un velo pietoso sul cattivo gusto e l’abiezione che ha mostrato nei confronti dei circa duecentomila malati realmente colpiti, nei paesi poveri del mondo, da questa gravissima patologia; facciamo pure finta di non percepire il suo profondo e malcelato astio contro i nemici politici di quel gruppo di potere che lo ha sostenuto nella sua campagna elettorale, riuscendo a piazzarlo su quel trono dal quale lui oggi pontifica senza alcuno scrupolo né decenza, ma vogliamo perdonargli pure la mediocrità e stoltezza politica che sta manifestando nel buttare benzina sul fuoco su tutte le attività diplomatiche messe in atto dalla comunità europea per mantenere i difficili equilibri in un’unione che fa acqua da tutte le parti?

Ma si rende conto, questo “genio” francese, che offendere e gettare veleno senza alcun criterio gioca proprio a favore di chi si è mostrato contrario a questo genere di unione europea? Non capisce che Bruxelles sta tentando faticosamente di ricucire gli strappi proprio per evitare derive anti-europeistiche?

La sua estrema ottusità lo porta poi a sorridere e fingersi amico delle stesse persone che il giorno prima magari ha cercato di abbattere con i suoi insulti infantili.

Vogliamo infine far presente a macron che proprio ieri la “sua” europa ha annunciato “trionfalmente” di aver chiuso l’emergenza Grecia “imponendole l’ennesimo prestito“, parlare dunque di PESTE USURAIA che ha infettato l’intero continente ci sembra abbastanza coerente con le macroniane bestialità. L’una vale l’altra, solo che noi chiediamo scusa per questa metafora ai poveri malati di peste dovunque essi si trovino nel mondo; il capitalismo e la sfrontatezza del potere non mostrano alcun rispetto per le disgrazie di quella misera umanità che cerca di sopravvivere fra le assurdità di una casta di fortunati presuntuosi che si arrogano pure la facoltà di disprezzare chiunque non si schieri al loro fianco.

Autore dell'articolo: Sergio Figuccia

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