Al di là del dispiacere che da sicuramente questo gravissimo danno artistico e culturale per il patrimonio dell’umanità, disturba la corsa al “farsi notare di più” da parte di tre grandi aziende francesi che in un solo giorno hanno “donato” da sole oltre 400 milioni di euro per la ricostruzione della chiesa, anche se tutti sappiamo benissimo che il loro vero scopo è esclusivamente quello pubblicitario.
L’ipocrisia divampa più in alto delle fiamme che hanno bruciato il tetto di Notre-Dame de Paris, peraltro senza neanche causare vittime umane.
E parlando di fiamme, dove “diavolo” erano queste “grandi aziende” quando sono avvenute catastrofi che hanno causato perdite umane nel mondo?
Non dobbiamo neanche dimenticare lo “sbeffeggiamento” di un giornalaccio francese dopo il terremoto che ha devastato L’Aquila causando 309 morti, 1.600 feriti e circa 80.000 sfollati … per quell’evento nessuna “grande azienda” ha sborsato subito 400 milioni, anzi oggi, a distanza di dieci anni, la ricostruzione resta ancora lettera morta, quasi fosse la 310° vittima di quella catastrofe, forse proprio perché mancano ancora i soldi per rimettere a posto le cose come erano prima, ma forse, soprattutto, perché L’Aquila non sta in Francia.
E poi l’europa “unita” predica di eliminare i “nazionalismi“, però lo fa pensando solo all’Italia.