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Littizzetto in loop

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Da anni gli utenti televisivi manifestano sui social il disappunto per la presenza di questa strapagata “personaggia” sulle reti PUBBLICHE italiane.

Un comico, o presunto tale, dovrebbe avere la capacità di variare il proprio “repertorio” in funzione di quanto già detto prima e del recepimento delle proprie “battute” da parte della massa dei telespettatori, soprattutto per la profumata remunerazione (fino a poco “tempo che fa” effettuata con soldi pubblici) ricevuta per le sue ripetute apparizioni in tv.

Ripetere da una decina d’anni sempre le stesse cose, gli stessi stereotipi, le trite e ritrite insulsaggini sugli organi sessuali maschili e femminili, non costituisce un corretto adempimento delle performance che una struttura, sia pubblica sia privata, poi deve anche retribuire economicamente, piuttosto un’offesa ai telespettatori che sono costretti a subire sempre le stesse corbellerie o a cambiare canale, magari anche avendo pagato il canone per la visione della tv pubblica. Nè si deve cadere nell’errore che gli applausi e le risate a comando della claque presente negli studi televisivi, o il gradimento un po’ patetico di certi teleutenti avanti con gli anni, possano manifestare il reale consenso di spettacoli di questo genere.

In merito abbiamo voluto condividere un ottimo post su Facebook nella speranza che nei commenti (che stavolta abbiamo voluto permettere ai lettori della nostra pagina Facebook) non ci sia come sempre qualcuno che dica la solita frase: “ma c’è il telecomando!“.


Litti-no, basta!

C’è un momento nella vita in cui bisogna dire le cose come stanno. E oggi quel momento è arrivato. Luciana Littizzetto ha rotto.

Oh, lo so, lo so. “Ma dai, è simpatica! È ironica! È spontanea!”

No, raga. È riciclata. Sempre la solita finta irriverenza, sempre lo stesso teatrino stanco, sempre le stesse battute che sembrano scritte nel 2008 e lasciate a stagionare come un gorgonzola andato a male.
Per anni ci ha venduto la favoletta della “piccola donna dalla grande bocca”, quella che dice le cose senza filtri, che non ha paura di nessuno. Peccato che prenda per il c solo chi fa comodo.** Mai una volta che abbia davvero colpito i potenti. Il coraggio lo tira fuori solo con chi non può risponderle.
Polemiche preconfezionate.
Battute riciclate.
Dinamiche sempre uguali.
Il copione è sempre lo stesso:
1️⃣ Parte il monologo.
2️⃣ Qualche battuta su sesso, culi e tette, così, per far ridere le sciure che ancora si emozionano sentendo “pipì” in prima serata.
3️⃣ Momento finta indignazione su qualcosa di socialmente accettato (mai una volta che spinga davvero il limite).
4️⃣ Pausa con il pubblico che ride come fosse uno show di Broadway, ma dentro stanno tutti scrollando TikTok sotto al tavolo.
Poi però, appena qualcuno la critica, parte la scena della povera vittima. “Oddio, ma io scherzavo, ma dai, non si può più dire niente!”
Eh no, cara Luciana. Si può dire tutto, ma si deve anche accettare quando la gente non ride più.
La verità è che Luciana Littizzetto è il meme di sé stessa.
Un tempo faceva ridere, ora fa solo rumore di sottofondo.
Prima era irriverente, ora è solo un eco stanco di ciò che è stata.
Una volta era coraggiosa, ora colpisce solo quando non rischia nulla.
Sarà ora di cambiare disco?
O aspettiamo che ci rifaccia la 375esima battuta sulla prostata di Fabio Fazio ?
Dai, Lucianina. Basta. Lascia spazio a chi ha ancora qualcosa da dire.
FINE. O, per citare te stessa… STRAPAZZAMI DI PUBBLICITÀ

Autore dell'articolo: admin

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