Da anni gli utenti televisivi manifestano sui social il disappunto per la presenza di questa strapagata “personaggia” sulle reti PUBBLICHE italiane.
Un comico, o presunto tale, dovrebbe avere la capacità di variare il proprio “repertorio” in funzione di quanto già detto prima e del recepimento delle proprie “battute” da parte della massa dei telespettatori, soprattutto per la profumata remunerazione (fino a poco “tempo che fa” effettuata con soldi pubblici) ricevuta per le sue ripetute apparizioni in tv.
Ripetere da una decina d’anni sempre le stesse cose, gli stessi stereotipi, le trite e ritrite insulsaggini sugli organi sessuali maschili e femminili, non costituisce un corretto adempimento delle performance che una struttura, sia pubblica sia privata, poi deve anche retribuire economicamente, piuttosto un’offesa ai telespettatori che sono costretti a subire sempre le stesse corbellerie o a cambiare canale, magari anche avendo pagato il canone per la visione della tv pubblica. Nè si deve cadere nell’errore che gli applausi e le risate a comando della claque presente negli studi televisivi, o il gradimento un po’ patetico di certi teleutenti avanti con gli anni, possano manifestare il reale consenso di spettacoli di questo genere.
In merito abbiamo voluto condividere un ottimo post su Facebook nella speranza che nei commenti (che stavolta abbiamo voluto permettere ai lettori della nostra pagina Facebook) non ci sia come sempre qualcuno che dica la solita frase: “ma c’è il telecomando!“.
Litti-no, basta!
C’è un momento nella vita in cui bisogna dire le cose come stanno. E oggi quel momento è arrivato. Luciana Littizzetto ha rotto.
Oh, lo so, lo so. “Ma dai, è simpatica! È ironica! È spontanea!”






