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Quando i troll agiscono per conto terzi

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Vi siete mai chiesti perché certi commenti sui social vanno OSTINATAMENTE in contro tendenza anche nei casi di pura oggettività dei concetti manifestati sui post?

Se, per esempio, qualcuno si “permette” con un post di dire che “l’asino non vola“, ci sarà sempre “qualcun altro” che obietterà con grande enfasi, e magari anche con furia rabbiosa, che non è vero, che ci sono stati diversi casi di avvistamenti di somari volanti in Indonesia, che nei racconti popolari dell’Alsazia meridionale è spesso presente un esemplare di “equus africanus quivolat” anche se ormai estinto … e così via cazzando.

Insomma l’obiettivo è quello di screditare a tutti i costi, anche in modo grossolano, sgrammaticato, ignorante e fuori tema, qualsiasi cosa venga pubblicato da pagine social, da influencer qualificati, o magari da utenti più acuti della media, non perfettamente allineati al sistema di potere del momento. Questi utenti “ribelli” del web rischiano di “danneggiare la reputazione” di qualche politico, di personaggi popolari, di combriccole intoccabili di faccendieri … quindi vengono segnalati ai troll affiliati al sistema da coloro che sono delegati al controllo dell’opinione pubblica.

Dunque a quel punto i troll, quasi sempre semi-analfabeti, grezzi e sguaiati grossier, vengono sguinzagliati in rete per generare confusione nelle conversazioni dei social, inquinando la percezione di altri utenti che spesso naufragano nella melma di queste insulse obiezioni senza né testa né coda, proprio per la loro congenita incapacità di capire bene come stanno in realtà le cose. Manipolare il caos mentale del “blob non pensante” della rete è lo scopo esclusivo della maggior parte di troll presenti su internet, anche se non mancano di certo interventi “free lance” di altri esaltati ignoranti e presuntuosi individui che fanno tutto da soli per appagare il loro smisurato ego sempre a caccia di visibilità sui social.

Ma sembra, e sono voci attendibilissime, che i troll scatenati in rete dal sistema di potere siano addirittura remunerati per fare questo grottesco “lavoro” di depistaggio e scompiglio nei confronti degli utenti meno riflessivi e per questo facilmente soggiogabili e maggiormente coinvolgibili nella discordia mediatica

Quindi se leggete commenti inspiegabilmente rabbiosi, offensivi e magari anche totalmente sgrammaticati e fuori contesto, state pur certi che “qualcuno” ha probabilmente sborsato dei soldi per permette questi incivili inserimenti nei social, con il convincimento che queste azioni indegne possano anche promuovere e tutelare in qualche modo le proprie “idee politiche” o gli interessi criticati nei vari post da attaccare a tutti i costi.

Ma i navigatori più intelligenti hanno già capito il giochetto, anche perché la qualità intellettuale dei troll è più che scadente e facilmente identificabile. Molte pagine social hanno perfino bloccato i commenti in toto, proprio per evitare contaminazioni da “coglioni da tastiera” (meglio di certo non chiamarli “leoni da tastiera”) … ma un comportamento altrettanto stupido è stato proprio quello di coloro che amministrano i social e che si sono intestarditi a limitare la visibilità proprio alle pagine che hanno cercato di arginare il fenomeno bloccando i commenti. 

Insomma il trollismo fa comodo a molti e, forse per convenienza, non viene stigmatizzato dai gestori dei social, che finiscono per penalizzare proprio coloro che combattono il fenomeno; tutto questo però finché la gente in massa non deciderà di non prendere più nella minima considerazione le scriteriate osservazioni di questi zoticoni provocatori per conto terzi.

Autore dell'articolo: Santokenonsuda

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