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Gli assassini dell’articolo 18

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La cosa che infastidisce di più è il modo con cui chi ci governa vuole presentare all’opinione pubblica ogni suo cambiamento normativo come necessario e finalizzato a scopi vantaggiosi e produttivi per l’economia e per tutti i cittadini.

Ovviamente non è proprio così, e gli italiani non sono tanto scemi da credere a tutte le sciocchezze che vengono distribuite a piene mani da politici e governanti tramite i media e gli organi di stampa.

Ma loro vanno avanti ugualmente, con la sicumera caratteristica di chi sa di poter imporre le proprie scelte ad un intero popolo ritenuto molto al di sotto delle proprie capacità intellettive (in poche parole …. Ci prendono per cretini e ci propinano “la qualunque”). Queste mega-rivoluzioni del sistema legislativo italiano comportano poche modifiche positive, ma anche una serie di variazioni pericolose per la collettività, fondamentalmente inutili allo sviluppo dell’economia (anche se ce le incipriano come panacee miracolose per il nostro futuro) e soprattutto forvianti per le reali necessità del paese, che vengono così messe fuori dalle luci delle ribalte mediatiche ed al riparo da interventi che potrebbero danneggiare le solite caste o gli interessi di quei soliti “pochi” che ci stanno portando alla rovina.

Stanno assassinando l’articolo 18 per non mettere allo studio altre proposte non gradite alle lobby imperanti.

I “tecnici” che stanno al Governo (grazie al signor Napolitano che sta lavorando per “noi”) ci stanno imponendo un carosello di modifiche istituzionali, che in realtà tendono solo a minare le capacità economiche della media e piccola borghesia italiana, nonché i diritti della classe impiegatizia ottenuti con decenni di lotte sindacali, presentando però il tutto come base essenziale per la ripresa economica.

Ma volendo spostare il baricentro di qualcosa occorre spingere in una sola direzione, questa è una semplicissima legge della fisica, non dell’attuale Governo Italiano, che invece tira e spinge verso tutte le possibili direzioni, lasciando gattopardianamente le cose nella posizione iniziale.

Un esempio dello schizzofrenico comportamento governativo, che va prima in una direzione e poi verso quella diametralmente opposta, è quello legato al welfare: prima si aumentano le età pensionabili di oltre 4 anni, poi si creano i presupposti per far uscire la gente dal mondo del lavoro 4 anni prima.  Così l’INPS risparmia e le aziende vengono gravate dalle spese per gli ammortizzatori sociali; ma la Fornero “uscirà” una “paccata” di miliardi per sostenere le aziende in questa “impresa”……allora? E se si lasciavano le cose come prima? I lavoratori andavano in pensione normalmente e l’eventuale aggravio per l’INPS veniva assecondato dallo Stato con quella famosa “paccata” di miliardi.    Invece non è stato così e Governo e Parti Sociali, da oltre tre mesi, stanno seduti a parlare sempre delle stesse cose per una annunciata e drammatica soluzione finale: fare andare molto dopo in pensione i lavoratori licenziati molto prima….e durante il limbo? Ammortizzatori sociali, i più poveri magari a delinquere, e qualcuno magari si suicida (vedere recenti casi di cronaca).

Ma Monti va avanti a testa alta.   BRAVO!!

Autore dell'articolo: Sergio Figuccia

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