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Cancellando la cancelliera

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Viviamo una nuova “Era” nella storia dell’uomo.  Dopo l’Età della Pietra,  l’Età del Bronzo e l’Età del Ferro, siamo approdati nell’Età della Cancellazione.

Si cancella di tutto.   

I diritti dei lavoratori, la dignità umana, la stabilità sociale, l’orgoglio nazionale, la sovranità di un popolo democratico, la serietà della politica, i principi morali della legalità ecc. ecc.

Stiamo assistendo ad una serie infinita di cancellazioni asservite al dio pagano del “cambiamento”.  Tutto cambia di continuo perché così ha decretato qualcuno o qualcosa nell’isterico iperuranio che domina il nostro mondo.  E quando il cambiamento non è innovazione o crescita evolutiva, allora è “cancellazione” che produce instabilità.

Talvolta le abolizioni appaiono alla grande platea popolare delle vere e proprie liberazioni, come ultimamente si sono presentate la fuoriuscita dalla politica francese dell’antipatico Sarkozy e l’inizio della cancellazione della Cancelliera Merkel dalla guida del governo federale tedesco (ancora all’atto primo, in seguito alla sconfitta elettorale in Westfalia, ma che sembra ormai in prospettiva pressochè irreversibile).

Altre cancellazioni invece sono specifiche scelte gestionali che spesso seminano perplessità perché caratterizzate da schizzofrenica paranoia.  Fra queste, per esempio, brillano le cancellazioni dai palinsesti televisivi di emittenti pubbliche e private di alcune produzioni, peraltro costate un occhio delle testa, “colpevoli” di non aver raggiunto quello specifico “quorumdi ascolti prestabilito non si sa da chi, né in base a che cosa (vedi articolo del 26/4/2010 di questo blog).   È il caso della recentissima cancellazione, dalla programmazione dell’americana Cbs, della nota serie “C.S.I. Miami” o della nostrana “Zodiaco”, fatta a spezzatino, spostata nella programmazione e infine trasmessa ogni quattro anni (ad ogni Olimpiade) in scomode rate stagionali (la prima parte trasmessa nel 2008, la seconda nel 2012 ecc.); tanto valeva ucciderla subito, per non farla soffrire e per non far soffrire i “pochi” milioni di telespettatori che avevano pensato inizialmente di seguirla.

Noi, da parte nostra, da piccoli cittadini straziati dalla “terza guerra mondiale” (quella di stampo economico che stiamo affrontando da qualche anno) auspichiamo comunque ben altre cancellazioni:

 – la cancellazione delle “nuove invasioni barbariche” che impediscono alle aziende italiane di vendere in Italia prodotti italiani;

 – la cancellazione di tutte le iscrizioni ipotecarie in favore di Equitalia per debiti inferiori ai 20.000 euro (come peraltro già stabilito da una legge del 2010);

 – la cancellazione, da parte dello Governo, di tutte quelle iniziative fiscali che, assumendo caratteristiche di natura oppressiva, rendono lo Stato più simile all’Anti-Stato. (certe imposizioni della pubblica amministrazione sono moralmente assimilabili ad estorsioni di stampo malavitoso);

 – la cancellazione del 50% dei costi della politica, con la cancellazione del 50% delle Provincie, del 50% dei parlamentari e del 50% delle agevolazioni in loro favore;

 – la cancellazione di T.F.R. stratosferici che possano costituire interi nuovi patrimoni milionari per manager (pubblici  e  privati) con prestazioni collaborative di qualche anno appena (vedi buonuscite da parte di Unicredit ad Alessandro Profumo –60 milioni- e a Matteo Arpe –40 milioni);

 – e infine la cancellazione di pensioni o stipendi mensili che superino i 40.000 euro, che dovrebbero costituire, specialmente in questo momento, un tetto massimo mensile per CHIUNQUE  (considerando che c’è gente che vive decorosamente con meno di 1.000 euro al mese).

Autore dell'articolo: Sergio Figuccia

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